I funerali di Silvio Berlusconi sono stati celebrati da Mario Delpini, arcivescovo di Milano. Ecco alcuni passi salienti della sua omelia.
E’ stato Mario Delpini a celebrare i funerali di Stato di Silvio Berlusconi. Un ultimo saluto che ha portato l’arcivescovo di Milano nella sua omelia, che ha risentito molto della predicazione di don Luigi Giussani, a ripercorrere buona parte della vita dell’ex premier.
Come riportato da Il Messaggero, Delpini ha iniziato con un ricordo del fondatore di Forza Italia. “In questo momento cosa possiamo dire di Silvio Berlusconi – ha esordito l’arcivescovo – è stato un uomo: un desiderio di vita, di amore di gioia. Ed ora questo uomo incontra Dio“.
Nella sua lunga omelia Delpini ha voluto sottolineare che quando “una persona è un uomo di affari, il suo obiettivo è quello di fare affare e quindi ha clienti e concorrenti, momenti di difficoltà e di successo, si arricchisce in imprese complicate, guarda i numeri e sa che non può fidarsi di più degli altri se questi non lo fanno di lui“.
“Quando un uomo è un politico, l’obiettivo è quello di cercare di vincere – ha aggiunto l’arcivescovo – ha sostenitori e oppositori, chi non lo sopporta e chi lo esalta. Ma è sempre un uomo di parte. Ma quando si è un personaggio, possiamo dire che è sempre in scena. Ha ammiratori e detrattori, chi decide di applaudirlo e chi lo detesta“.
Nella conclusione della sua omelia Delpini ha ricordato che “l’uomo ha sempre il desiderio di amore e questo trova in Dio il suo giudizio e il suo compimento“. In pratica, come scritto da Il Messaggero, vivere è un percorso personale di ogni persona e soprattutto si tratta di accettare il proprio destino in attesa di arrivare davanti al Signore per il giudizio finale.