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Incidente Casal Palocco, Borghetti: “Ormai pur di apparire i ragazzi sono disposti ad andare oltre il limite”

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Francesco Spagnolo

Giorgio Borghetti, attore e doppiatore, in esclusiva ai nostri microfoni sull’incidente di Casal Palocco: “La tecnologia va usata in modo diverso”.

Giorgio Borghetti, attore e doppiatore, questa mattina ha commentato in modo molto duro l’incidente avvenuto a Casal Palocco nella giornata di ieri. La nostra redazione lo ha contattato per commentare insieme a lui sia l’episodio, ma soprattutto come i social stanno cambiando anche il modo di vivere dei giovani di oggi.

Giorgio Borghetti in esclusiva ai nostri microfoni – Notizie.com – Foto Ansa/Instagram

Giorgio Borghetti, partiamo dal tuo sfogo pubblicato sui social riguardo l’incidente di ieri a Casal Palocco. Sei andato giù molto duro.

Sì, perché è tutto troppo commercializzato. Ormai questi ragazzi pur di apparire sono disposti ad andare sempre oltre il limite e purtroppo possono succedere cose come queste. Mi sono messo nei panni di quel padre a cui viene sottratto il figlio e io non avevo visto tutto ciò che era prima. Quando poi sono andato a vedere quello che è successo prima che questi esseri si mettessero sulla macchina allora posso dire che c’è qualcosa che non va. Io ho un figlio di 15 anni che sto cercando di far crescere con il rispetto dell’altro, delle donne. E questi ormai hanno perso il rispetto di se stessi e degli altri e quindi questa non volta non ho potuto tacere. Non è tanto il fatto dei guadagni facili. Ormai ci sono tanti esempi per il semplice fatto che indossando le robe gli entrano soldi. Sinceramente tutto ciò che è portato all’estremo è da bloccare“.

Borghetti: “La tecnologia non si può fermare, ma deve essere regolamentata”

In molti dicono che i social sono la rovina dei social. Condividi questo pensiero?

Mi viene da fare un paragone tra i social e l’intelligenza artificiale. Io quando avevo l’età i mio figlio andavo a mare d’estate e non vedevo l’ora di tornare a casa per vedere se la ragazza per cui provavi qualcosa ti aveva mandato la cartolina. I social, come l’intelligenza artificiale, se vengono utilizzati in modo sano possono dare delle grandi soluzioni. Io non sono contro la tecnologia, sono contro l’uso smodato e sbagliato di questa. Io con il lavoro che faccio mi arrivano diverse richieste di fare l’audio con la voce di qualcuno o un video, ma  non ho ma accettato perché non so cosa possono fare con la mia voce o con il mio video. Poi ripeto la tecnologia non si può fermare, ma si deve regolamentare“.

Abbiamo visto in passato altri video dove giovani si vanno a schiantare ad oltre 300 km/h magari prendendo esempio proprio da questi Youtuber. Forse ci vorrebbe magari un maggiore controllo o insegnamento da parte dei genitori sull’utilizzo dei social.

Mio figlio ci ha provato perché vede che persone possono guadagnare migliaia di euro mettendo dei video e in base a quanti like, visualizzazioni arrivano uno guadagna. Per fare una cosa del genere si porta tutto questo all’esasperazione. Ma poi quando vede un padre o una madre che lavorano, che si spezzano la schiena, capiscono che magari con l’esempio che si ha forse è un po’ diverso il concetto del lavoro e dello stare nella società. Dipende anche questi ragazzi in che tipo di realtà crescono. Certo il segnale che ci sta dando una parte di questa gioventù è un segnale abbastanza imbarazzante e inquietante”.

Il pensiero di Giorgio Borghetti sull’uso dei social – Notizie.com – © Ansa

Secondo te c’è la possibilità da parte degli stessi social di mettere dei limiti? Su altre cose lo hanno già fatto, magari ora bisogna estendere delle restrizioni anche a questi video.

Questo senza dubbio. Ti faccio un esempio. C’è una mia foto di tantissimi anni fa: eravamo nella palestra di una scuola a vedere una partita di basket e tutti eravamo appoggiati alla balaustra a vedere cosa succedeva in campo. Se tu osservi la stessa cosa adesso solo un terzo guardano il match, tutti gli altri o sono al telefono oppure vedono la partita attraverso il proprio smartphone. Questo significa che ormai ci siamo persi la realtà di quello che vediamo. Qualunque cosa succede intorno, la gente riprende piuttosto che aiutare. Detto questo, è ovvio che ci sono delle operazioni, dei canali delle tematiche che secondo me vanno fermate e non pubblicizzate. I social in questo possono fare tanto”.

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