Si tratta di un lavoro di 15′ minuti, realizzato nel 2022 con la regia di Federico Ancillai e Nqobile Khumalo
E’ un cortometraggio di denuncia, che racconta la barbarie e il dramma del traffico di organi di minori. Ed è proprio grazie a una narrazione sottile ma intensa, scritta e interpretata con sensibilità uniche, che Little Broken Bodies ha conquistato il premio come miglior cortometraggio al Festival Tulipani di seta nera. Un riconoscimento speciale nella sezione corti stranieri che ha però aperto un solco e lanciato definitivamente un gruppo di lavoro, di studio e ricerca che ha saputo tramutare un dramma in una storia di speranza.
A sancirlo è stata proprio la giuria della XVI edizione del Festival motivando il premio al cortometraggio che più di tutti ha saputo esprimere attraverso il racconto cinematografico un potente atto di denuncia, impiegando con maestria l’espediente della continua oscillazione tra cinismo e umanità.
Ambientato in Sud Africa e messo inscena da attori dal grande carisma, Little Broken Bodies delinea i contorni di una coscienza divisa a metà, fino al momento culminante in cui finalmente la frattura si ricompone. La vicenda ha colpito anche le istituzioni diplomatiche sudafricane che hanno voluto incontrare registi, scenografo e produttori dell’opera proprio nella sede romana dell’ambasciata.
“Little Broken Bodies racconta un tema che ci sta a cuore particolarmente – spiegano i registi Federico Ancillai e Nqobile Khumalo – quello della vendita clandestina degli organi dei minori. Una tratta degli umani dei nostri giorni che uccide bambini anche piccolissimi. Una barbarie di fronte alla quale per troppo tempo si è fatto finta di nulla, alimentando un mercato clandestino su cui, ovviamente, hanno messo mano anche le organizzazioni criminali. Noi abbiamo solo cercato di mettere un faro su questa zona d’ombra per provare a contrastare questo mercato della vita umana. Lo abbiamo fatto con la passione di un gruppo di lavoro che è diventato una squadra affiata e coesa, con risorse limitate ovviamente ma con la voglia di raccontare. Non è stato facile ma questo riconoscimento ci ha dato un’ulteriore spinta per continuare a sognare un mondo migliore. Voglio ringraziare l’ambasciatrice sudafricana che ci ha sostenuto e ha dato prestigio al nostro impegno”.
Tra i papà di questo progetto non si può non menzionare Pierfrancesco Ancillai, l’executive producer che ha creduto e ha fatto crescere un progetto embrionale rendendolo una realtà. Il cortometraggio è disponibile sulla piattaforma di Raiplay.