I ragazzi di The Borderline si sono resi tragicamente protagonisti dell’incidente che ha causato la morte di un bambino di 5 anni mentre era in corso una “sfida” da pubblicare sul canale Youtube
Le sfide da pubblicare sui social sono tornate alla ribalta negli ultimi giorni dopo il tragico incidente di Casal Palocco, zona a sud di Roma, dove un bambino di 5 anni ha perso la vita nello scontro tra una Smart e un suv della Lamborghini. Alla guida della Smart la mamma del piccolo che insieme alla sorellina di 3 anni sono rimaste gravemente ferite ma sono fortunatamente fuori pericolo di vita in buone condizioni. Nel suv invece 5 ragazzi poco più che ventenni alle prese con una challenge da pubblicare sul proprio canale Youtube “The Borderline”.
A ritornare agli onori della cronaca è quindi un mondo, quello dei social, che ogni giorno si fa finta di ignorare e che si finge di disprezzare quando ormai ognuno di noi ne è immerso con tutte le scarpe, salvo rare eccezioni. Quando i social diventano poi un tramite per tragedie del genere ritorna sul banco la questione della regolamentazione di un mondo lasciato da anni a sé stesso. In questo contesto ciò che risulta più pericoloso è lo stato di libertà totale in cui vengono lasciati giovani e giovanissimi. Liberi di navigare sui social, liberi di vedere contenuti di ogni genere e liberi di creare contenuti di ogni genere. Il tutto mosso ovviamente dal denaro, un denaro che in pochi mesi può riempire le tasche di giovani adulti fino a spingerli oltre la linea di demarcazione tra legalità ed illegalità.
E pensare che in fondo, nonostante il tentativo di dipingere come criminali scapestrati i ragazzi di The Borderline basterebbe farsi un giro sui social per vedere come tra i tantissimi contenuti i loro siano tra i meno volgari e criminali. Il loro problema è che si tratta di video oggettivamente stupidi che rischiano come nel caso dell’incidente di essere anche estremamente pericolosi. Ulteriore tristezza oltre al dolore straziante per la morte di quel piccolo bambino è aggiunta allora dalla consapevolezza che per fare soldi sui social di oggi bisogna fare le cose più stupide possibili.
Basta guardare il fatturato dei ragazzi di The Borderline, il fatturato della società The Borderline srl fondata a Roma il 27 giugno 2022 e di proprietà di Matteo Di Pietro, il ventenne alla guida del suv oggi indagato per omicidio stradale, e di Leonardo, 21 anni studente della Bocconi e amico nonché compagno di avventure social di Matteo. Il loro canale in poco più di 1 anno di vita vanta 600mila iscritti con video che superano i 2 milioni di visualizzazioni. Facile intuire come tra traffico YouTube e sponsorizzazioni in pochi mesi questi giovani si siano ritrovati tra le mani cifre impressionanti. In 6 mesi la società ha fatturato 188.333 euro di cui 46.527 euro di utili. No, il suv della Lamborghini non l’hanno pagato mamma e papà, l’hanno pagato loro con i soldi della società, quei soldi guadagnati postando video stupidi di challenge pericolose perché sul web non c’è la minima regolamentazione.