Incidente Roma, dolore per la morte del piccolo Manuel Proietti: arrivano le parole del padre che chiede giustizia
Un dolore enorme che si porterà dentro per sempre. E non potrebbe essere altrimenti per Marco Proietti che ha dovuto vedere, per l’ultima volta, il suo piccolo senza vita per il riconoscimento. La perdita di un figlio, di soli cinque anni, ha sconvolto non solo Roma, ma l’intero Paese. Dall’ospedale ‘Sant’Eugenio‘ il padre non si dà pace. Ripete, a gran voce, che se non ci penserà la giustizia provvederà lui a farlo. Piange ininterrottamente, cerca di consolare la madre (la nonna del bambino). Continua a ripetere “Ho perso mio figlio per una bravata“. Quel terribile mercoledì pomeriggio, sul luogo dell’incidente, l’uomo ha tentato di aggredire il conducente del Suv Lamborghini.
Ovvero lo youtuber dei ‘The Borderline‘ che è andato a scontrarsi contro la Smart guidata dalla moglie, dove all’interno era presente appunto Manuel e la sua sorellina. Solamente il pronto intervento degli agenti della Municipale e dei poliziotti ha evitato il peggio in quel di Casal Palocco. Una sfida social, una “challenge“, così Manuel è morto per via di una idiozia di alcuni giovani che per guadagnare qualche “like” posso fare anche incidenti mortali del genere. “Se lo prendo… non mi costringano a farmi giustizia da solo“. La piccola Aurora è stata dimessa ed affidata alla nonna. Marco Proietti attende notizie dalla ex moglie. Non ricorda nulla dell’incidente.
Incidente Roma, il papà straziato dal dolore: “Non mi costringano a fare giustizia da solo”
La donna, come riportato in precedenza, non ricorda nulla del terribile impatto. E’ sotto shock visto che ha capito che Manuel non è più al mondo. Sembrava un pomeriggio come tanti altri, era andata a prendere i figli all’asilo nido. Entrambi seduti sui seggiolini della vettura come facevano sempre. Poi il terribile schianto che ha cambiato la vita all’intera famiglia.
Tra le lamiere e mentre i vigili cercavano di estrarla continuavano a ripetere: “Andate dai miei bambini, ditemi che stanno bene“. Nessuno aveva il coraggio di dirglielo. “Pensate a loro, non a me“. Mentre lei veniva portata al Sant’Eugenio, il bambino era riverso per terra in gravissime condizioni. Un dolore atroce per il padre che, sussurra a bassa voce, di farsi giustizia da solo se le forze dell’ordine non faranno il loro dovere.