Cosa sta succedendo in merito alla sparizione della piccola Kataleya Mia Alvarez, la bambina di 5 anni di origine peruviana
Ad oggi, sono già 8 i giorni trascorsi da quando Katherine Alvarez si è recata presso la stazione dei carabinieri di Santa Maria Novella, denunciando la scomparsa di sua figlia. Alle 20.30 di sabato scorso, dopo essere rientrata all’ex hotel Astor (struttura situata nella periferia nord di Firenze), la donna ha scoperto che la sua piccola non c’era più. A partire da allora si è aperto il mistero che circonda la sparizione di Kataleya Mia Alvarez, conosciuta da tutti come Kata, la bambina di cinque anni di origine peruviana. Purtroppo, superata la settimana, non sono ancora stati ottenuti risultati concreti dalle indagini. Allo stato attuale le piste seguite dagli investigatori rimangono solo ipotesi.
Ieri c’è stato lo sgombero dell’edificio, una struttura che ospitava oltre cinquanta persone di diverse etnie, diciassette famiglie e diciannove minori. Una misura, quest’ultima, richiesta a gran voce dai residenti del quartiere. Il comune di Firenze sta cercando di risolvere una situazione che negli ultimi mesi era diventata sempre più tesa: erano stati infatti necessari ripetuti interventi delle forze dell’ordine, con il fine di sedare gli scontri che avvenivano all’interno delle camere occupate. Come se non bastasse, per accedere all’edificio era necessario pagare. Questo perché era presente un vero e proprio racket delle stanze, che tra le altre cose rappresenta al momento una delle piste privilegiate dagli inquirenti.
Firenze, 8 giorni da incubo
Le loro indagini proseguono insieme ai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia e al Raggruppamento Operativo Speciale dei carabinieri, con il sospetto di un possibile sequestro di persona a scopo di estorsione. Tuttavia, questa è solo una delle ipotesi su cui gli investigatori stanno lavorando giorno e notte. Ci sono diversi punti oscuri da chiarire: ad esempio, le telecamere non hanno mai ripreso la bambina mentre usciva dal cancello che si affaccia su via Boccherini. Da qui sorge l’ipotesi che chi l’ha rapita sia passato dal retro, scavalcando un muro che dà sul cortile e forse utilizzando anche una sorta di rifugio, forse un scantinato, in uno degli edifici circostanti.
Ci sono due testimoni che affermano di aver visto un adulto portare via la bambina contro la sua volontà, ma anche questa, al momento, è solo un’altra pista. Gli investigatori hanno interrogato praticamente tutti gli occupanti dell’edificio, approfondendo pure la questione della rivalità tra bande che si svolgeva all’interno della struttura. I genitori della bambina, che sono stati ascoltati anche dai magistrati, sostengono che questi dissidi possano essere il movente del rapimento. Tuttavia, col passare dei giorni e in assenza di richieste di riscatto affidabili, gli investigatori devono prendere in considerazione molte altre ipotesi. Con il sequestro dell’edificio, è iniziata un’ulteriore e dettagliata ispezione per cercare nuovi elementi che possano far luce su questa vicenda. La speranza di ritrovare Kataleya Mia Alvarez rimane viva, ma ogni giorno che passa senza notizie concrete aumenta l’angoscia di tutti. Le ricerche continuano incessantemente, per cercare di riportare a casa la piccola sana e salva e di far luce su questa misteriosa scomparsa che ha scosso l’Italia intera.