In queste ore è emerso un video in cui lo youtuber Matteo Di Pietro, indagato per omicidio stradale, guida insieme al padre una Ferrari, sfrecciando senza cintura tra le strade di Roma
Anche chi non conosceva lo YouTuber Matteo Di Pietro in queste ore si sta facendo un idea del tipo di intrattenimento che il giovane romano portava sul suo canale social e, analizzando i video degli scorsi mesi, colpisce la presenza di un contenuto piuttosto controverso, che rimanda alle atmosfere di quel tragico episodio in cui un bambino di 5 anni ha perso la vita.
Ricordiamo che Di Pietro è attualmente indagato per omicidio stradale: il giovane “content creator” avrebbe colpito a velocità sostenuta una Smart forFour a bordo di una Lamborghini Urus, affittata per svolgere una challenge di resistenza (resistere alla guida per 50 ore di seguito), che potesse intrattenere i propri followers, sempre più esigenti nel far svolgere ai propri YouTuber sfide al limite.
All’interno del video “Realizzo 10 sogni dei miei amici”, in cui Di Pietro sfrutta la fama e il denaro accumulati con i social per esaudire i desideri delle persone a lui vicine, è possibile osservare una sequenza in cui il ventenne sorprende il padre, regalandogli un giro su una Ferrari affittata. Fin qui niente di particolarmente sorprendente, ma analizzando meglio le clip, emergono alcuni dettagli poco rassicuranti, che sembrerebbero far parte di una condotta non in regola con le norme utili a garantire la sicurezza di chi guida e, soprattutto, dei guidatori e dei pedoni intorno.
Il padre, che nella vita amministra la tenuta di Castelporziano del presidente della Repubblica, aveva da sempre sognato di mettersi al volante di una vettura del cavallino e il figlio, consapevole di tale desiderio, ne aveva affittata una per regalare al padre un’esperienza indimenticabile. Alla vista della splendida Ferrari Portofino da 250 mila euro e 620 cavalli, l’adulto sembrava estasiato, tanto da baciare il cofano della vettura di Maranello (sede centrale dell’azienda modenese). Prima di lasciare la supercar al padre per 24 ore, Matteo sale in macchina con lui, per testimoniare in video le prime reazioni alla guida del bolide. E’ qui che emergono prepotentemente due dettagli piuttosto evidenti: nessuno dei due indossa la cintura e le velocità raggiunte, nonostante l’uomo affermi rammaricato “siamo in strada e non possiamo sfruttare tutta la potenza”, sembrerebbero non essere in linea con il codice della strada.