La sentenza un po’ inaspettata è stata pronunciata dal tribunale di Brescia. Non solo. Lo stesso magistrato dovrà pure risarcire una delle vittime con 20mila euro
Duro, rigido e integerrimo e non proprio conciliante, con nessuno. Alla fine però è arrivata. Pensava di riuscire a cavarsela in qualche modo, ma i giudici del tribunale di Brescia non hanno avuto problemi a condannare l’imputato illustre Piercamillo Davigo. La sentenza parla di una condanna a un anno e tre mesi per la rivelazione di segreto d’ufficio sui “verbali secretati” dati alla procura di Milano dall’avvocato Piero Amara sulla presunta esistenza della loggia Ungheria. Ad emettere la condanna, il collegio formato dai giudici Spanò-Macca-de Nisi e c’è da rimarcare che la Procura di Brescia aveva chiesto una condanna a un anno e quattro mesi con la sospensione condizionale della pena. I giudici hanno riconosciuto all’ex consigliere del Csm le “circostanze attenuanti generiche e la continuazione tra i diversi episodi di rivelazione a una decina di persone”.
La sentenza accoglie così la richiesta della pubblica accusa che aveva chiesto la condanna dell’ex pm di Mani Pulite per aver preso dalle mani del pm milanese Paolo Storari , assolto quest’ultimo in via definitiva al termine del processo abbreviato, i verbali segreti dell’avvocato Piero Amara, dove, l’ex legale di Eni, aveva chiaramente parlato e fatto riferimento dell’esistenza della presunta associazione massonica Loggia Ungheria.
Adesso Piercamillo Davigo dovrà anche risarcire con 20 mila euro Sebastiano Ardita, l’ex membro del Csm che durante il processo puntò il dito contro Davigo: “Fece girare pattumiera nei miei confronti”. Le motivazioni saranno rese note tra 30 giorni.
I famosi verbali vennero consegnati a Milano nell’aprile del 2020, da stessa “ammissione di Storari, a casa di Davigo“, dove si narra, venne data una chiavetta usb con tutti gli atti secretati per poter fare la denuncia e cominciare le indagini. da parte dei vertici della procura milanese sulla presunta loggia Ungheria, dove, secondo i magistrati, avrebbero fatto parte personaggi importanti e influenti, dalle forze Armate fino al Csm.