Domani scatteranno gli esami di maturità. I ricordi dei maturandi: “Spesi soldi inutili per le tracce”. “Il mio tema corretto da un prof non di Italiano”. Molti i nostalgici: “Oggi con gli smartphone è tutto più semplice”
Chi nei giorni precedenti all’esame ha creato delle vere e proprie mini enciclopedie con appunti di ogni tipo per non farsi trovare impreparato; chi ha cercato invano di corrompere funzionari del Ministro dell’Istruzione nella speranza di ottenere in anticipo le tracce; chi ha millantato conoscenze in Australia, convincendo amici e parenti di riuscire a conoscere, in anticipo di 24 ore rispetto agli altri, i titoli dei temi di italiano. E chi, ha invece sfidato la sorte, presentandosi davanti alla commissione senza particolari appunti. Alla vigilia di ogni esame di maturità, i maturandi italiani sfoggiano ricordi e momenti vissuti nell’antivigilia delle prove, riportando in auge vecchie ansie e preoccupazioni, mai sopite dal tempo.
“Io ho perso almeno cinque chili nelle settimane precedenti all’esame – conferma Valentina, classe 1981, che ha svolto gli esami di maturità al Liceo Scientifico – nonostante fossi preparata, l’ansia era tantissima. Soprattutto prima degli scritti. All’orale sapevo che in un modo o nell’altro ce l’avrei fatta ad arrivare a spiegare la mia tesina. Ma sui test non sai mai quello che ti può capitare”. Nonostante alla vigilia molti hanno cercato di informarsi sulle tracce. “C’erano fuori dalla scuola i ragazzi che avevano sostenuti l’esame l’anno prima che vendevano le tracce dei temi d’Italiano, millantando conoscenze al Ministero e assicurando tutti su fatto che anche l’anno precedente loro erano riusciti a sapere in anticipo i temi. Ma io non ci ho mai creduto. Anche perchè almeno un paio li conoscevo e sapevo che uno l’esame non l’aveva nemmeno superato” (ride ndr.).
Le prove scritte rappresentano sempre un bel banco di prova per tutti. “Io ho svolto l’esame di maturità nel 2010 – ricorda Mirko – e tutti eravamo andati nel pallone per la terza prova. Il famoso test a risposta multipla, che poi si è dimostrato il più semplice. Ma sembrava uno scoglio insormontabile da superare”. Immancabili i foglietti portati in classe. “Oggi è tutto più facile: telefoni, smartwatch, mini tablet: se si vuole, il modo di avere un aiuto digitale lo si trova – conferma Luca, classe 1970, diplomato in Ragioneria – noi per fare l’esame ci siamo inventati di tutto: non esistevano i cellulari, ma io personalmente ho creato delle mini enciclopedia, scritte con una calligrafia minuscola e portate in classe dopo aver spillato gli appunti in mini foglietti. Ammetto che alcuni erano scritti talmente piccoli, che non ho neanche saputo leggerli”. Oggi la situazione è cambiata. “Ho fatto l’esame di maturità cinque anni fa, prima del Covid – ci dice Marco – e un nostro compagno riuscì a portare un telefono cellulare il giorno prima nel bagno, lasciandolo li. Una mano ce l’ha data, ma non troppa. Perchè al massimo riuscivi ad andare in bagno una o due volte, quindi dovevi essere veloce a memorizzare tutto. Ma è servito solo per la seconda prova”.
Il professore magnanimo e i voti sbagliati
Ma l’esame di maturità, oltre alle ansie e alle preoccupazioni, per molti rappresenta un insieme di ricordi curiosi e divertenti. “Mi presentai all’orale molte ore prima e assistetti all’esame di tutti i miei compagni. Tra una pausa e l’altra affiancai il mio professore di Tecnica Bancaria – ammette Matteo, diplomato nel 1999 in Ragioneria – e gli chiesi se poteva chiedermi gli assegni circolari. Lui borbottò, dicendomi che era l’argomento che tutti avevano portato, ma poi, durante la prova, fu compassionevole e mi fece fare bella figura”. “Io ero una classica secchiona – dice Rossana – ma all’esame le cose non andarono benissimo. Soprattutto all’orale. Trovarmi di fronte ad una commissione che non conoscevo non fu una cosa straordinaria. Però diciamo che mi è servito per gli esami di Università”. Aneddoti? “Io feci un tema che pensavo fosse straordinario – continua Matteo – ma ancora oggi ne sono sicuro. Ma alla fine presi un voto appena poco superiore alla sufficienza. A giudicarmi però non fu la professoressa di italiano, perchè quel giorno, non ricordo perchè, non si presentò. Alla fine venimmo a sapere che a dare i voti alla prova di italiano fu il professore di Ragioneria. Qualcuno però deve averglielo fatto notare, perchè il mio voto alla seconda prova, di Ragioneria, è stato il più alto di tutta la scuola. Ma onestamente non credo che il mio compito fosse stato speciale. Credo più in una compensazione”.
Ansie, preoccupazioni, ma anche tanta, tanta attesa. Quale consiglio si può dare ai giovani maturandi? Chi ha già superato lo scoglio non ha dubbi. “Vivetela con serenità. Lo so che la vigilia è tosta, ma alla fine vi resteranno bei ricordi e la soddisfazione di aver superato una fase della propria vita. E soprattutto non credete a chi vi offre soluzioni semplici o a chi vi vuole vendere tracce o consigli”. Perchè, come conclude Riccardo, diplomato nel 2000, “uno che ha un parente in Australia lo troverete sicuramente. Ma non fidatevi, io sto ancora aspettando che mi rimborsi le 100.000 lire che spesi per un tema che non è mai uscito”