Convinto che il su gatto fosse una spia, lo ha squartato e mangiato. Una intera comunità è sconvolta per quanto accaduto nelle ultime ore
Una vicenda che ha lasciato, inevitabilmente, tutti senza parole. E non potrebbe essere visto che siamo ai livelli del drammatico. Una storia che arriva direttamente da uno dei noti quartieri di Catania, come quello di San Cristoforo. Il protagonista (assolutamente in negativo) è un uomo di 33 anni. Secondo quanto riportato da alcune fonti locali pare che l’uomo fosse sotto effetto di crack quando ha effettuato una cosa decisamente contronatura. A quanto pare (sempre sotto effetto di sostanze stupefacenti) avrebbe squartato e, di conseguenza, mangiato un gatto. Un qualcosa che solamente a raccontarla fa venire i brividi (e non solo).
In quel momento l’uomo si trovava in una fase di delirio totale e non connetteva affatto. Non è finita qui visto che, ai carabinieri, si è giustificato dicendo che era convinto si trattasse di un gatto “spia”. Ovvero che all’interno del suo corpo ci fossero delle microspie. Ed è per questo motivo che lo ha addentato. Il tutto è accaduto in strada, precisamente in via Anastasio. Il personaggio, a quanto pare, è una persona molto conosciuta alle forze dell’ordine per via di alcuni episodi.
Catania, squarta e mangia gatto: convinto si trattasse di una spia
Basti pensare che qualche mese fa, precisamente l’8 di aprile, si era barricato nella sua abitazione (situata nel quartiere di Librino) in viale San Teodori. Dall’interno della sua casa avrebbe sparato diversi colpi di pistola. In molti lo conoscono per essere un assuntore di crack. Anche nella serata di ieri era completamente fuori di sé. Soprattutto dopo le rivelazioni alle forze dell’ordine, convinto che quello che stava dicendo fosse vero. Non è finita qui visto che, convinto della sua testi, avrebbe sparato anche contro la madre e la compagna. Fortunatamente i proiettili non hanno colpito nessuna delle due, ma sono rimaste illese.
Dopo l’ennesimo episodio, che si è verificato nella serata di ieri, per il 33enne sono scattate le manette e si sono aperte le porte del carcere (a piazza Lanza). A lanciare l’allarme agli agenti sono stati i familiari che, una volta aver ucciso il gatto, lo hanno segregato in casa. Poi il trasferimento al pronto soccorso dell’ospedale Garibaldi Centro di Catania. Lì è stato sottoposto a un TSO. Le accuse nei suoi confronti sono gravi visto che potrebbe essere giudicato per direttissima per resistenza a pubblico ufficiale.