La procura di Torino ha chiesto l’archiviazione per il falso in bilancio e per l'”emissione di fatture per operazioni inesistenti”: sulla questione, e solo su questa, salvi Agnelli, Paratici e compagnia
Tanto rumore per nulla, almeno per il falso in bilancio (inerente alla operazioni di calciomercato) e per le fatture inesistenti. La Procura di Torino fa un piccolo ma significativo passo indietro sulla questione relativa alle finte operazioni sulla compravendita dei giocatori. Una questione nata dalle dichiarazioni dei tre ex sindaci revisori che davanti ai pm hanno sempre smentito qualsiasi tipo di coinvolgimento. “Non sapevamo nulla di chat, di lettere e altro sugli stipendi, se avessimo avuto il sentore di qualche cosa, avremmo sicuramente approfondito”.
In base a queste dichiarazioni rese davanti ai magistrati della Procura di Torino e dopo aver verificato che, in effetti, nessuno dei tre sindaci fosse davvero a conoscenza di quello che succedeva, i magistrati torinesi che stanno mandando avanti l’inchiesta Prisma hanno chiesto e ottenuto l’archiviazione per i tre ex componenti del collegio sindacale. “Dai documenti in sequestro non è emerso il minimo coinvolgimento dei sindaci nelle condotte illecite descritte”
Graziati sulla questione anche gli ex vertici della Juve, ma su tutto il resto si va a processo
Una notizia che, comunque, era nell’aria da qualche giorno, nel senso che gli avvocati della società bianconera sapevano che bollisse in pentola qualcosa del genere. Una richiesta di archiviazione che non vale solo per i tre ex sindaci del collegio, ma pure per gli altri dirigenti. Già perché richiesta e ottenuta, ma non poteva essere in altro modo, anche per gli ex vertici della Juve, Andrea Agnelli, Pavel Nedved, Fabio Paratici, Marco Re, Stefano Bertola e Stefano Cerrato.
A non esserci più infatti, vista l’archiviazione, è l’accusa di “emissione di fatture per operazioni inesistenti” con particolare specifica alle “operazioni foriere di plusvalenze fittizie“. La procura di Torino spiega in questo modo la sua decisione, anche perché grazie e questi documenti incrociati “è emersa la finalità prevalentemente bilancistica e non fiscale delle operazioni di scambio contestate“. Erano operazioni di mercato a “somma zero“, nel senso che la Juventus non ha avuto alcun vantaggio dal punto di vista fiscale. Attenzione questa è solo una piccola parte della vicenda, anche perché nelle carte e le accuse sono diverse e ben circostanziate, quindi si andrà sempre e comunque a processo.