Sottomarino scomparso, chi è Stockton Rush? Tutto sull’inventore di cui non si hanno tracce sue e di altri tre dispersi
Non arrivano aggiornamenti in merito alla vicenda del sottomarino scomparso nell’Oceano Atlantico. La tensione, nelle ultime ore, cresce sempre di più. E non potrebbe essere altrimenti. Tra le persone disperse figura anche il nome di Stockton Rush. Quest’ultimo è stato definito come l’inventore temerario dallo ‘Smithsonian Magazine‘. Nel 2009 ha fondato la ‘OceanGate‘. Il suo obiettivo era quello di far progredire la tecnologia dei sommergibili e di condurre esplorazioni nelle profondità più oscure dell’oceano. Nel corso degli anni la sua azienda ha attirato l’attenzione del pubblico. Tanto da offrire delle costose missioni verso il relitto del Titanic ed a bordo di un sottomarino. Come riportato in precedenza anche il suo nome compare tra coloro che sono dispersi.
Nel corso di questi anni ha portato, nella sua azienda, clienti pronti ad avventurarsi alla scoperta del relitto della nave affondata più di 100 anni fa. I viaggi effettuati potevano nascondere anche degli importanti rischi. Non una passeggiata, in termini economici, visto che il tutto veniva a costare 250mila dollari. Tanto è vero che veniva chiesto ai partecipanti di firmare alcune liberatorie in cui sapevano benissimo di andare incontro a possibili pericoli. Tra questi anche quelli mortali. Nonostante le numerose critiche piovute nel corso degli anni, l’uomo ha sempre sostenuto il suo progetto. Anche perché, per chi non lo sapesse, il suo sottomarino ha collaborato con aziende molto importanti come: Boeing, NASA e istituzioni come l’Università di Washington.
Il suo obiettivo era quello di promuovere, sempre di più, la sua azienda e di sviluppare anche delle importanti innovazioni per quanto riguarda i sommergibili. In un primo momento, quella di esplorare il leggendario relitto del Titanic, era una scelta di marketing. Successivamente, però, questa sua particolarità ha attirato l’attenzione di molti curiosi e, soprattutto, gente pronta ad investire parecchi soldi per vivere una esperienza unica nel suo genere.
Non mancavano affatto le preoccupazioni (in primis imprevisti e potenziali ostacoli durante le immersioni). Allo stesso tempo, però, Rush ha minimizzato sempre i rischi legati alle profondità oceaniche. Tanto è vero che per molti curiosi, la discesa a 6.000 PSI di pressione, poteva rappresenta una vera e propria sfida ad alta tensione (oltre che ad essere spaventosa). Nel frattempo, però, l’indagine internazionale continua con le ricerche sperando di poter rintracciare il sottomarino.