Gualtieri e la pulizia della Capitale. Gualtieri e la fascia verde, e poi ancora il termovalorizzatore e lo stadio, ma anche il Mes e la richiesta di chiarimenti da parte del ministro Santanchè. Carlo Calenda, leader di Azione convoca una conferenza stampa e non le manda a dire al primo cittadino di Roma
Roma la voleva governare. Con la lista Calenda Sindaco era arrivato ad avere, ad ottobre del 2021, quasi il 20% dei voti alle ultime elezioni amministrative di Roma.
Al ballottaggio andarono poi Michetti per il centrodestra e Gualtieri per il centrosinistra. Il leader di Azione, appoggiò colui che avrebbe poi vinto ad occupare lo scranno più alto del Campidoglio. “Non darei piu’ un’indicazione di voto per Gualtieri, perche’ e’ stato supponente e non si e’ messo in connessione con la citta’. Fa le foto coi vip sul terrazzino e non fa assolutamente nulla. Tornando indietro non darei ovviamente indicazione di voto per Michetti ma darei liberta’ di voto”. Carlo Calenda non le ha mandate a dire nemmeno questa volta, d’altro canto l’occasione è stata voluta dallo stesso senatore che guida uno dei due partiti del Terzo Polo.
Una conferenza stampa, indetta dal leader di Azione, a 600 giorni dall’insediamento di Roberto Gualtieri e dalla sua giunta. I temi e i problemi toccati da Calenda sono stati tanti, soprattutto quelli annosi mai risolti a Roma. Per Calenda, insomma, “C’è un problema veramente di operatività del sindaco, sono passati 600 giorni in cui Gualtieri aveva promesso che la Capitale sarebbe stata pulita entro Pasqua e non è successo nulla, non ha aumentato i cestini, la raccolta è disintegrata perché la metà dei mezzi non va, i vigili urbani non si vedono in giro, i taxi non si trovano. Ditemi una cosa concreta che Gualtieri ha fatto, perché io non riesco a trovarla”.
Calenda contro Gualtieri: “Ditemi una cosa corretta fatta dal sindaco. Fascia verde? Ritirarla subito”
L’ex candidato alle amministrative ha affrontato anche il lavoro svolto e che continua a proseguire in consiglio comunale da parte degli eletti con Calenda Sindaco, : “Noi siamo collaborativi su tutto. Ha cambiato idea sul termovalorizzatore? Bene, ma poi la maggioranza si spacca perché non spiega loro perché. Ha cambiato idea sulla nostra proposta di localizzazione dello stadio della Roma, che definiva superficiale e ora lo fa esattamente lì? Benissimo, gli daremo una mano. Ma sul resto non è una navigazione a vista, non naviga proprio“. Anche sul Giubileo? “Sì. Gualtieri ha una concentrazione di poteri e risorse che raramente c’è stata, ma non c’è nessun coordinamento sugli interventi”. Calenda rilancia poi l’idea di un piano straordinario sul decoro urbano, : “Bisogna fare una gara, della durata di uno o due anni, in cui una grande società internazionale affianchi Ama e rafforzi il servizio. Ad esempio, se Ama non ha i mezzi li fornisce la società. Serve un grande piano di investimenti. Roma aveva grandi eccellenze sui servizi pubblici”.
E sulla Ztl Fascia verde il leader di Azione è ancora più duro e drastico:” Follia che non funziona, ritirarla subito. Il cittadino non sceglie di circolare con un Euro 3, semplicemente non ha i soldi per comprarsi un’altra macchina in un periodo con l’inflazione alle stelle. Questo non è un grande provvedimento green, questa roba va ritirata, perché non funziona. Lo chiede l’Europa? Questa cosa l’abbiamo sentita un milione di volte“. Ma Calenda resta soprattutto uno dei principali leader delle opposizioni al governo Meloni, e da senatore della Repubblica, non evita di rispondere sulle questioni più calde, a margine della conferenza, che generano fibrillazioni in seno alla maggioranza.
Mes, Calenda: “E’ un gigantesco teatrino, devono ratificarlo ma prima di farlo devono fare un po’ di casino”
“Quello sul Mes è un gigantesco teatrino, devono ratificarlo ma prima di farlo devono fare un po’ di casino. La loro speranza è andare in Europa e dire ‘abbiamo ottenuto x e y’, che non avranno ottenuto ma diranno di averlo fatto per cui poi ratificheranno il Mes. Fa parte della voce ‘intrattenimento’, non è politica“. Mentre sulla vicenda che riguarda il ministro Santanchè, ecco cosa ha detto il numero 1 di Azione: “Se il caso Santanchè fosse successo in qualunque altro Paese civile del mondo non sarebbero arrivate le dimissioni immediate della ministra. Lei avrebbe preso i giornalisti e avrebbe risposto alle domande. Se le risposte fossero state insufficienti si sarebbe dovuta dimettere. Ma questo perché Meloni avrebbe capito che se tu non sai dare spiegazioni sull’uso fraudolento della cassa integrazione Covid o il non pagamento del tfr e devi rappresentare l’Italia del turismo nel mondo, allora ti devi dimettere. E questo non ha a che fare col rinvio a giudizio, perché non è una condanna e penalmente non vuol dire nulla. È una questione di etica dei comportamenti“.