Era il 26 maggio quando Giorgia Meloni partecipava all’evento di chiusura della campagna elettorale per Enrico Trantino, divenuto poi sindaco di Catania. Dal palco il premier, tra le varie frasi, ne pronuncia una: pizzo di Stato, parlando di evasione fiscale. Da quel momento il presidente del Consiglio finisce nel mirino delle opposizioni, e non solo. Secondo il quotidiano Libero si tratta di una “bugia ripetuta mille volte e diventata realtà”
“Sulle tasse è vergognoso che Meloni parli di pizzo di stato, è una vergogna per l’ideologia che sottende. Noi continueremo a batterci per la progressività fiscale”. Così il segretario del Pd Elly Schlein, nella sua relazione durante la direzione nazionale dem.
Accadeva 3 giorni fa. 26 Maggio 2023, Catania: il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, partecipava all’evento di chiusura della campagna elettorale di Enrico Trentino, che poi diventerà il sindaco della città sostenuto dalla coalizione di centrodestra. Ovviamente Meloni tiene un suo discorso dal palco. Arriva anche questo passaggio: “Dice la sinistra: voi volete gettare la spugna sulla lotta all’evasione fiscale. Mai. Però la lotta all’evasione fiscale si fa dove sta davvero l’evasione fiscale: big company, banche, frodi sull’iva. Non il piccolo commerciante al quale vai a chiedere il pizzo di Stato perché devi fare caccia al gettito più che lotta all’evasione. L’evasione la devi combattere dove sta. Ed è quello che faremo».
Ma perchè, oggi ha ancora senso occuparsi di quelle parole, che tanto fecero rumore e che sollevarono polemiche forti da parte di tutte le opposizioni, e non solo? Buona parte della stampa, secondo il quotidiano Libero continua infatti, e ha continuato, ad occuparsene facendo diventare vera, non tanto una notizia, quanto una accusa. Quale per l’esattezza? “La Meloni ha detto che le tasse sono un pizzo di Stato”. Nell’articolo di oggi infatti, Libero ricorda come Repubblica ieri abbia aperto il giornale con un titolo dedicato proprio a questa polemica: “il Colle contro gli evasori”. Nel catenaccio si leggeva: “Dopo le dichiarazioni della premier sul “pizzo di Stato”, le parole di Mattarella: “le tasse dovere costituzionale””. Libero prosegue nella sua rassegna stampa, citando, sempre sullo stesso tenore, il Fatto Quotidiano e poi anche il sindaco di Bari, ma anche presidente Anci Decaro, che così si sarebbe espresso: la definizione delle tasse come pizzo di Stato “è inadeguata, le tasse servono a offrire servizi ai cittadini”.
Qual è dunque la tesi sostenuta dal quotidiano Libero? E soprattutto, come viene argomentata? Per Libero, se un concetto o una frase vengono ripetuti più e più volte, rischiano di assumere la faccia della verità. E magari nessuno si domanda effettivamente se quelle parole, quelle frasi siano state effettivamente pronunciate allo stesso modo e con lo stesso spirito del quale si viene accusati. Per sostenere il punto dal quale parte, l’estensore dell’articolo cita una frase, che erroneamente sarebbe stata da sempre attribuita a Goebbels, ministro della Propaganda di Hitler: “Ripetete una bugia mille volte e diventerà una verità“. Ad onor di cronaca, Libero arriva molto tempo dopo le spiegazioni che la stessa Meloni ha voluto dare su quelle parole pronunciate dal palco di Catania. Era il 2 giugno e il premier, sollecitata dai giornalisti, fece esegesi di se stessa: ”
“Temo che non abbiate seguito, perché quello che ho detto non riguarda una parte della imposizione fiscale. Dovete approfondire meglio. Io parlavo di quando lo Stato, invece di fare lotta all’evasione fiscale, fa caccia al gettito – che significa che all’inizio dell’anno si quota quanto si prevede di fare dalla lotta all’evasione fiscale – voi capite che è curioso perché dopo si devono fare quegli importi a tutti i costi, altrimenti non si hanno i soldi per coprire i provvedimenti. E si fanno cose bizzarre che sono più simili alla caccia al gettito che alla lotta all’evasione fiscale. Questo secondo me non è giusto. Io so benissimo di cosa parlo e quello lo giudicano gli italiani. Tra quello che le persone hanno sentito in piazza e quello che, come al solito, una certa stampa ha riportato, c’è differenza”.