La leader del Pd intervistata dal quotidiano Domani dopo l’incontro e il caffè con Giuseppe Conte: “In Molise siamo insieme, vedremo”
Una lunga intervista dove Elly Schlein parla a trecentosessanta gradi del momento del Pd, ma anche di quello che sta facendo il governo dalla giustizia, alla riforma del Fisco, ma anche altro. Si parte con un argomento spinoso come quello della commissione antimafia, dove c’è la presidente Chiara Colosimo, Al di là delle competenze e delle polemiche che ne sono nate diverso tempo fa, da destra, ma anche qualcuno del Pd, si sostiene che il problema mafia non è che sia così grave come prima, ma la Schlein su questo ha una sua linea ben precisa: “Non hanno ragione. Anzi, abbassare la guardia non è solo sbagliato, è colpevole: proprio oggi, quando il paese ha l’occasione irripetibile degli investimenti del Pnrr. Ma quando arrivano tanti miliardi, dobbiamo alzare i presidi di legalità del paese”.
Per il segretario del Pd la direzione non è che sia quella giusta almeno dal suo punto di vista e lo spiega nell’intervista, argomentando e tornando su vecchie polemiche come l’espressione tirata fuori dal presidente del Consiglio tempo fa con quel “pizzo di Stato”: “Il governo di Giorgia Meloni invece va nella direzione opposta: con l’aumento della soglia del contante. E con un codice degli appalti che apre la strada ai subappalti a cascata: il Pd continuerà a combattere questa logica perché rende più precario il lavoro e più difficili i controlli, e risalire a dove si annida lo sfruttamento del lavoro e spesso anche l’infiltrazione criminale. La lotta alle mafie è una cosa seria. È inaccettabile sentire una premier parlare di “pizzo di stato“.
Sulla riforma della giustizia le divisioni sono state tante, soprattutto sull’abuso d’ufficio, anche se pure all’interno del Pd ci sono state delle distonie sull’abuso d’ufficio. “Certo che ci sono ed è normale che sia così. Se miri a costruire un grande partito plurale, le diversità interne non devono spaventare. Abbiamo avviato un confronto con i sindaci, fra loro convivono sensibilità diverse. Il Pd ha una posizione equilibrata: diciamo che l’abuso d’ufficio non va abrogato, perché andrebbe contro la normativa europea in corso di approvazione, ma siamo disponibili a ragionare su una riforma”.
La Schelin poi cerca di andare un po’ a fondo sulla tematiche e sulla velocità che ha visto nascere la riforma della giustizia e, forse sbagliando sui tempi, visto che la riforma era calendarizzata da tempo, ma insiste e spiega: “Per me è stato sbagliato fare una riforma della giustizia sull’onda emotiva della morte di Silvio Berlusconi. Che sulla giustizia non è un esempio da seguire. Abbiamo rispetto per la morte di un avversario, ma non abbiamo partecipato alla sua beatificazione. E non cancelleremo la memoria di quello che hanno significato quegli anni per il nostro paese. Sulla giustizia e sul conflitto di interesse il Pd continuerà a lottare. Sulla mancata legge sul conflitto di interesse il Pd ha le sue responsabilità”.