Il colosso chimico e manifatturiero americano 3M dovrà pagare un maxi risarcimento per aver inquinato con i prodotti Pfas le acque di diverse città
Una notizia dalla portata internazionale arriva d’oltreoceano. Seppur non interessati direttamente da quanto accaduto, non possiamo non constatare l’importanza di una decisione del genere che ha riconosciuto i danni ambientali e per la salute umana provocati dallo sversamento di sostanze pericolose nelle acque.
Andiamo per ordine partendo dalla società in questione, il colosso chimico e manifatturiero americano 3M che è stato condannato a versare nelle casse delle città, contee e villaggi interessati dal suo sversamento di prodotti pericolosi un totale di 10,3 miliardi di dollari nel corso dei prossimi tredici anni. Il denaro servirà alle comunità in questione per testare le proprie acque al fine di rintracciare la presenza degli agenti negativi ed in caso di ripulirle dagli stessi. Le sostanze che per anni la 3M ha sversato nelle forniture idriche pubbliche circostanti i suoi stabilimenti sono chiamate Pfas acronimo di “sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche”. Secondo quanto ricostruito dai giudici delle oltre quattrocentomila azioni legali intraprese contro la società in questi anni, l’azienda per decenni avrebbe inquinato le acque limitrofe alle zone dove operava con i cosiddetti prodotti chimici per sempre.
Le sostanze Pfas: gli inquinanti eterni
Dalla società 3M fanno sapere che questo risarcimento sarà dovuto esclusivamente verso i fornitori delle acque pubbliche contaminate per la bonifica delle stesse. I Pfas sono diffusi in tutto il mondo e vengono generalmente utilizzati nelle industrie per rendere resistenti all’acqua e ai grassi prodotti come la carta, le pellicole fotografiche, i contenitori per alimenti e detergenti. Al tempo stesso però queste sostanze chimiche sono altamente pericolose. Si tratta infatti dei cosiddetti “inquinanti eterni” agenti dunque che non svaniscono in nessun modo e che rimangono per via delle loro proprietà costantemente nelle acque dove sono stati riversati.
L’unica possibilità per ripulire le acque da queste sostanze è appunto come si accennava in precedenza la bonifica delle stesse. Una bonifica che considerato il livello di inquinamento e la costanza con cui la 3M ha riversato gli inquinanti nelle acque circostanti dovrà essere ripetuta per un lungo periodo di tempo (13 anni). La presenza dei Pfas nell’ambiente è stata certificata come tossica per gli esseri viventi, uomo compreso. Seppur non ancora in possesso di dati certi che ne evidenzino effettivi rischi per la salute sono diversi gli effetti negativi già collegati al contatto con questi agenti chimici nell’ambiente come la restrizione della crescita fetale, o ancora la comparsa di tumori, diabete, ipertensione, aumento del colesterolo, colite ulcerosa, malattie della tiroide e infertilità.