Inizia ad esserci qualche tensione all’interno della maggioranza. FdI fa quadrato sul ministro Santanché, ma ci sono anche altri temi di divisione.
Prime tensioni all’interno della maggioranza. Dopo la calma dei mesi scorsi, le acque, almeno secondo quanto scritto dal Corriere della Sera, sono ritornate ad essere agitate all’interno del centrodestra. Il Mes e le nomine sono due temi che ormai tengono banco da tempo nel governo Meloni, ma in questi ultimi giorni anche il caso del ministro Santanché sta iniziando a tenere banco.
La Santanché è finita nel mirino di Report per la gestione delle sue aziende. Dalle opposizioni, escluso Italia Viva, è arrivata in coro la richiesta di un chiarimento in Parlamento. Una posizione che sembra avere anche la Lega e, in parte, Forza Italia. FdI, invece, fa quadrato sulla sua candidata e considera il caso ormai definitivamente chiuso.
Caso Santanché, Romeo: “In Aula potrebbe chiarire meglio la sua posizione”
Dalla Lega, come detto, non chiudono la porta ad un intervento in Aula della Santanché su questa vicenda. “Sicuramente riferire in Parlamento potrebbe consentire al ministro di chiarire meglio la sua posizione“, ha fatto sapere Massimiliano Romeo. E Molinari ha aggiunto: “Santanché ha detto che al momento giusto verrà a chiarire. Noi aspettiamo. I processi non si fanno in televisione, se ci sarà qualcosa saranno altri organismi ad intervenire“.
Da Forza Italia, invece, arrivano posizioni contrastanti. Se per Tajani questo governo durerà “cinque anni”, Giorgio Mulè ha inviato il ministro “a chiarire meglio la vicenda in Parlamento e non in televisione per eliminare qualsiasi incertezza sull’accaduto“.
Foti (FdI): “Il caso è chiuso”
Da parte di Fratelli d’Italia si fa quadrato sulla propria esponente. “Per noi la questione è chiusa – ha fatto sapere Tommaso Foti, capogruppo di FdI alla Camera – non è necessario che il ministro venga a riferire in Parlamento“.
E sulla posizione della Lega Foti ha sottolineato: “Non è obbligatoria né la crocifissione e né la solidarietà. Vogliamo davvero che un programma televisivo rappresenti un problema per questo esecutivo“.