Sono state ore di polemiche tra il governo e il Cai sulla possibilità di togliere le croci dalle vette. In serata il chiarimento da parte del Club alpino italiano.
Sono state ore di tensione tra il governo e il Cai sulla presenza delle croci sulle vette. A provocare la dura replica del governo erano state le parole di Marco Albino Ferrari che, durante un convegno, aveva sottolineato come “non saranno installate nuove croci in montagna“.
Parole che hanno provocato la dura reazione da parte del centrodestra. In serata è arrivato il chiarimento da parte del Club alpino italiano, ma ormai la polemica tra governo e il Cai era già iniziata.
La prima a criticare in modo duro le parole del direttore editoriale del Cai era stata Daniela Santanchè. Il ministro del Turismo, citata dall’Adnkronos, si era detta “basita dalla decisione di togliere le croci” invitando il Centro alpino italiano a rivedere la propria decisione.
L’esponente del governo in questa nota aveva anche ricordato che “un territorio si tutela fin dalle sue identità e la nostra comunità è fatta di simboli che custodiscono la storia e i valori“.
Ma le critiche erano arrivate anche da altri esponenti del centrodestra. In una nota Paola Ambrogio aveva sottolineato che “i valori della cristianità sono e saranno alla base di questa società e pertanto lancio un appello affinché la Regione Piemonte si attivi con il Cai per far tornare le croci dove erano e soprattutto che non ne vengano rimosse altre“.
L’esponente di Fratelli d’Italia era pronta a far arrivare la vicenda in Parlamento: “Presenterò una interrogazione in Senato per chiedere al Ministero competente di controllare sull’ennesimo slancio di perbenismo creativo“, ha detto ancora l’esponente di Fratelli d’Italia.
In serata, come detto, è arrivato il chiarimento del Cai che ha messo fine alle polemiche e, soprattutto, chiuso la vicenda. Il presidente in un breve comunicato ha sottolineato che le parole del direttore editoriale “sono state espresse a titolo personale e questo tema non è mai stato trattato in alcuna sede. Mi scuso con il ministro per l’equivoco generato. Personalmente non posso immaginare il Cervino senza croce“.