I risultati delle elezioni greche confermano il primo ministro per un secondo mandato: segnali preoccupanti sugli estremisti
Il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis e il suo partito di centrodestra Nuova Democrazia hanno ottenuto una schiacciante vittoria alle elezioni di domenica. Il politico continuerà così a guidare il paese, con il quale si è impegnato nel “tenerlo lontano da anni di turbolenze economiche” anche nel suo secondo mandato: “I nostri obiettivi sono alti e devono essere alti, in un secondo mandato che può trasformare la Grecia“. Con oltre il 99% dei voti conteggiati, Nuova Democrazia ha ottenuto il 40,5% dei voti, abbastanza affinché Mitsotakis governi senza un partner di coalizione. Syriza, il principale partito dell’opposizione, ha ottenuto il 17,8% e il Pasok di centro-sinistra è arrivato terzo con il 12,1%.
Dopo l’arrivo dei primi risultati, Mitsotakis ha spiegato: “Abbiamo sia il piano che l’esperienza per trasformare tutto questo in realtà“. I suoi impegni politici sono quelli di affrontare la disuguaglianza, migliorare i servizi pubblici, l’assistenza sanitaria e accelerare la digitalizzazione. Le elezioni di domenica si sono svolte dopo che Nuova Democrazia è arrivata prima a maggio , ma non ha raggiunto la maggioranza assoluta. All’epoca Mitsotakis si era quindi dimesso, sapendo che le elezioni anticipate si sarebbero svolte in base a una nuova legge elettorale che concede seggi bonus al partito leader, calcolando che questi sarebbero stati sufficienti per formare un governo senza un partner di coalizione.
La vittoria era ampiamente prevista e i mercati hanno reagito positivamente nel periodo precedente, con azioni e obbligazioni in rialzo nelle ultime settimane. È probabile inoltre che il rating del credito venga aggiornato a investment grade entro la fine dell’anno, ulteriore segnale positivo che certifica come la Grecia si sia ormai lasciata alle spalle la crisi economica decennale. Nel corso della sua campagna elettorale, Mitsotakis ha promesso più volte di voler dare una scossa alla sanità e alla giustizia, a oggi tra i sistemi più lenti d’Europa.
L’opposizione di sinistra non è riuscita a fondersi in una forza unita. Il partito di Alexis Tsipras, premier dal 2015 al 2019 quando la Grecia era sull’orlo del collasso finanziario e di fronte all’uscita dall’eurozona, si è ulteriormente ridimensionato. Syriza, che è scesa di oltre 2 punti percentuali dal voto di maggio e di quasi 14 punti dalle elezioni generali del 2019, ha chiuso dietro il partito al governo di oltre 22 punti, sollevando interrogativi sulla leadership di Tsipras. Del nuovo parlamento faranno parte anche alcuni partiti marginali di estrema destra e sinistra. Da sottolineare che un elettore su tre ha scelto partiti anti-sistemici e anti-democratici, indicando risentimento in un segmento della società che Mitsotakis dovrà tenere in considerazione. Un ingresso sorprendente in parlamento è infatti quello di un nuovo partito di estrema destra, gli Spartans, fondato a maggio e sostenuto da un deputato dell’ex neonazista Alba Dorata.