Recensione a cura della giornalista pubblicista Ilaria Solazzo. Nell’antologia poetica a cura di Sergio Tardetti dal titolo “Terre di luce” vi sono poesie di Cinzia Baravini, Luigi Carletti, Fabio Fazio, Patrizia Faggioli e Cristina Roncigli
La poesia esiste da sempre, e non è limitata da alcun tipo di civiltà progredita, può esprimersi nelle due fondamentali correnti del classicismo o del romanticismo, cioè a secondo della prevalenza che si attribuisce al sentimento come libera espressione, ogni schema formale o contenuto da determinate regole. Lo scopo della poesia è già in sé stessa, ma per una società come la nostra così mobile, deve essere lo stimolo per elevarci dal particolare effimero di questa vita per capire che la realizzazione dell’uomo sta in un miglioramento morale oltre che materiale, nella collaborazione per giungere ad un fine più nobile degno dell’uomo nel senso più pieno della parola. Nell’antologia poetica a cura di Sergio Tardetti dal titolo “Terre di luce” vi sono poesie di Cinzia Baravini, Luigi Carletti, Fabio Fazio, Patrizia Faggioli e Cristina Roncigli. Questo volume edito da Bertoni Editore fa parte della collana Emergenze ed è in vendita in tutti gli store italiani per 15euro. L’immagine di copertina e i disegni all’interno sono di Mara Pianosi.
L’opera ci regala un affresco intrigante e moderno di liriche che rappresentano una sorta di percorso iniziatico in questo genere letterario: come se, ogni poeta, avesse voluto sorprenderci e attirare la nostra attenzione sulla dimensione reale dell’uomo contemporaneo e la realtà che lo circonda. I cinque autori si mostrano ai lettori in tutta la loro straordinaria sensibilità e pacatezza. Sono cinque artisti in grado di dilatare i confini del tempo e dello spazio e offrirci una silloge dalla incomparabile poliedricità, una sorta di opera omnia dove protagonista assoluto è l’amore per la vita, che – a seconda della penna usata – si ferma su tematiche che spaziano dal tempo, all’ alchimista al tramonto. Scopriamo così un mondo ricco di sfumature e di tesori che i poeti hanno voluto mettere a disposizione, sciorinando con maestria delicate liriche, coinvolgendo i lettori, avvolgendoli in un turbine di emozioni, sensazioni, sussulti. Gli originali versi nonsense che concludono il corposo compendio poetico, dietro il sorriso e i funambolici giochi verbali, fanno trapelare vere e proprie perle di saggezza nonché irriverenti verità.
La poesia è l’arte di esprimere e rappresentare fatti, immagini, sentimenti, con parole, poste in un certo ordine, secondo una certa logica, oppure totalmente libere, senza il rischio di finire intrappolate in uno schema predefinito. Come la musica, la poesia deve essere interpretabile, stimolare sensazioni, emozioni, ricordi, attraverso le parole. La poesia è nell’aria, dentro e intorno a noi. È difficile dire cosa sia poesia oggi e cosa non lo sia. Come per l’arte, per esempio, dipende sicuramente dal contesto, forse da chi la giudica, da chi legge un testo.
A mio avviso, si può distinguere anche tra poesie scritte per comunicare un certo messaggio e componimenti più intimi, scritti più per se stessi. E al di là di tutto, per me è poesia un testo che riesca a comunicarmi qualcosa, un sentimento appunto, un’emozione. In conclusione, poesia è la voglia di esternare ciò che agita il cuore e offusca la mente, con l’auspicio di essere compresa da qualcuno che sappia raccogliere poiché in grado di ascoltare o perché ha vissuto esperienze simili. Dev’essere libera di seguire il nostro pensiero, dev’essere spontanea e non eccessivamente “costruita”. Personalmente non amo la cosiddetta poesia fatta di paroloni difficili, e mai usati nella lingua corrente, sembrano testi scelti man mano dal dizionario dei sinonimi per dare un’impressione di chissà cosa. Invece, due semplici parole possono aprire un mondo intero: e il talento di un poeta sta proprio lì.