Caso Daniela Santanché, la ministra è pronta a vuotare il sacco ed a fare chiarezza in merito a questa vicenda che la vede protagonista: parlerà al Senato e spunta anche la data
La ministra del Turismo non ci sta ed è pronta a rispondere alle critiche di questi ultimi giorni che l’hanno vista come protagonista. Il tutto nasce dopo un servizio mandato in onda da parte del programma “Report“, condotto da Sigfrido Ranucci, sulle sue imprese. In particolar modo sulla gestione di ‘Ki Group‘ e ‘Visibilia‘. Secondo quanto riportato dalla stessa Daniela Santanché pare che sia pronta a riferire in Aula al Senato tutti i chiarimenti in merito a questa vicenda. Secondo quanto riportato dalla conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama la ministra è pronta a discutere mercoledì 5 luglio alle ore 15.
Fino a questo momento la Santanché ha sempre respinto tutte le accuse che gli sono piovute addosso. Tanto da rigettare le critiche e affermare che le notizie che circolano, e che la vedono come protagonista, non corrispondono assolutamente al vero. Dopo il servizio in onda le opposizioni non hanno voluto perdere altro tempo e hanno invitata il ministro a fare chiarezza sulla sua posizione. Tanto è vero che c’è anche chi l’ha invitata a presentare le dimissioni dopo questo scandalo. Allo stesso tempo alcuni esponenti sia di Lega che di Forza Italia avevano sottolineato l’opportunità di chiarire in Parlamento.
Caso Santanché, la ministra pronta a parlare il 5 luglio in Aula al Senato
In merito a tutto questo è intervenuto direttamente il presidente del Senato, Ignazio La Russa: “Non costituisce un precedente e la ministra avrà piena libertà di decidere se riferire solo al Senato o in entrambe le Camere“. Successivamente è intervenuto anche Luca Ciriani: “Ringrazio la ministra Santanchè della sua disponibilità, perché non era tenuta a questa informativa a fronte di un caso che si è creato solamente, al momento, per una trasmissione televisiva.
Viceversa, il Governo ha ritenuto non accoglibile la richiesta dell’opposizione di sottoporla a un fuoco di fila durante il Questione Time. Ipotesi che abbiamo rigettato, perché si sarebbe trasformato in un tiro al bersaglio, in quanto è strutturato in maniera tale che l’interrogato sia sempre in posizione subalterna rispetto all’interrogante. Riteniamo che l’informativa sia lo strumento più adatto per consentire alla ministra di spiegare e a tutti di poter intervenire“.