Nel corso di un’intervista al Corriere della Sera, Carlo Calenda manifesta tutta le sue perplessità sulla condotta del Pd nei confronti del Movimento 5 Stelle
Carlo Calenda continua ad attaccare i goffi tentativi di alleanza tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, che secondo il leader di Azione, sarebbero fin troppo lontani su numerosi temi.
Secondo l’ex alleato di Matteo Renzi, il bipolarismo formato da M5S e Pd non aiuta un’opposizione debole e inefficace, che difficilmente potrà impensierire la solida maggioranza di Centro-Destra.
Intervistato dal Corriere della Sera, Calenda esordisce: “Quello dei 5 Stelle e del Pd è un campo molto indebolito perché non può rappresentare un’alternativa di governo. Sono su posizioni diverse su temi dirimenti, dall’Ucraina al Mes, e tanto altro”. Sul perché Azione non abbia appoggiato nessun candidato: “Il nostro lavoro è quello di costruire un’area pragmatica, riformista e repubblicana, quella che è stata incarnata dal governo Draghi. È un lavoro faticoso e lungo, perché si pone fuori da questo bipolarismo. Le regionali che con il loro sistema elettorale a turno secco ti obbligano ad ammucchiate sono per noi la prova più difficile. In questo caso nessuno delle due coalizioni era convincente”.
Alla domanda sulla convergenza di posizioni sul salario minimo, Calenda risponde: “Sì, stiamo lavorando da tempo sull’unico punto che mette d’accordo le opposizioni, che hanno tutte nel programma elettorale questo tema. Ripet, per noi viene sempre prima il merito rispetto all’ideologia. Così come votiamo la riforma Nordio, che era nel nostro programma elettorale, allo stesso modo stiamo cercando un punto di caduta tra tutte le opposizioni sul salario minimo per presentare una proposta comune”, prosegue: “Dobbiamo rompere questa empasse in cui si trova l’Italia, con Meloni che urla contro il povero Magi sulla cannabis e quegli altri che vanno in piazza ogni due per tre. È necessario tornare a parlare di proposte concrete su investimenti, caro vita e sanità: farebbe bene all’opposizione ma anche alla maggioranza”.
Sulla presenzadi un’opposizione reale alla destra della Meloni, il leader romano risponde: “In questo momento non c’è, però nessuno di noi sa come si arriverà alle prossime elezioni, quale sarà lo scenario. E dipende dalla nostra capacità di cambiarlo. Non scordiamoci che nella scorsa legislatura Meloni aveva il 4 per cento e i cinque stelle il 33”. Calenda conclude, definendo come controproducente l’attuale manovra del Pd per tenersi stretti i 5 Stelle: “Io credo che dovrebbero staccarsi di corsa e avere il coraggio di andare ‘per l’alto mare aperto’ approfittando degli anni di opposizione che ci aspettano per recuperare consensi nel Paese, ma sinceramente non penso che accadrà. Continueranno a rincorrerli. E sarebbe un errore mortale”.