Una storia che ha fatto indispettito tante persone, anche perché sono oltre cento i certificati di assenza che hanno permesso a Cinzia Paolina De Lio di occupare un posto che non le spettava
Una storia che ha dato fastidio e fatto innervosire non poco. Una professoressa che è riuscita ad essere un fantasma per vent’anni grazie alla presentazione di certificati di ogni genere per poter restare al suo posto e prendere lo stipendio, andando a scuola in maniera saltuaria. Un licenziamento opportuno, ma arrivata in maniera tardiva, se non altro per aver fatto in modo di durare vent’anni, non un mese o sei, ma per ben lunghi vent’anni, occupando un posto che non poteva avere.
La professoressa Cinzia Paolina De Lio è stata licenziata alla fine dalla scuola e il provvedimento è legato alla sua “incapacità didattica” e anche alla sua, sempre dell’insegnante, “inettitudine permanente e assoluta”. La professoressa, che insegnava Storia e filosofia di liceo, ne ha combinate di tutti i colori, mettendo in piedi una vera e propria organizzazione fantasiosa che, dal punto di vista della strategia, lascia perplessi e quasi meravigliati, soprattutto per la spudoratezza che ha mostrato.
Nella sua lunga carriera da insegnante fantasma, la signora De Lio, una professoressa di 56 anni che insegnava in un liceo di Reggio Calabria, ha messo in atto una macchina burocratica perfetta. C’è da dire che sui trasferimenti hanno pesato tanto i continui spostamenti del suo compagno, un ufficiale della guardia di Finanza, ma è nell’assegnazione delle cattedre e sui certificati di malattia che c’è da rivedere più di qualcosa. Lei prova a giustificarsi e a chi l’ha sentita ha risposto che la sua “situazione era ed è surreale”, ma non può non far balzare agli occhi la mole di certificati e le assenze giustificate che hanno fatto davvero impressione.
Un numero di carte e giustificazioni che hanno pesato tantissimo sulla sua situazione, anche perché tra settembre del 2001, quando De Lio diventa di ruolo, e fino al 30 giugno 2021 i documenti che si assommano sono davvero incredibili. Nella sentenza della Cassazione ci sono depositati ben 67 certificati di assenza per malattia che le danno la possibilità di saltare giustificando tra i “40 e i 180 giorni” all’anno per 20 anni; un paio di assenze per infortuni sul lavoro, 16 permessi per motivi personali, 3 interdizioni dal lavoro per tutela della salute, congedi legati alla maternità, 7 periodi di congedi parentali retribuiti, 24 congedi e permessi per assistere familiari portatori di handicap gravi, 5 esoneri giornalieri per corsi di aggiornamento e formazione. Numeri che fanno davvero impressione e che hanno dato la possibilità alla pubblica amministrazione di sollevarla e liberare la cattedra, ora si cercherà di andare indietro e vedere quello che potrà succedere a suo carico.