Un capo-spione controllava le dipendenti nel bagno dopo aver piazzato una telecamera nascosta. Per il direttore di un ufficio postale sono scattate le inevitabili manette
Vari episodi davvero da film dell’orrore. Un qualcosa che non sta davvero né in cielo e né in terra ed è alquanto inaccettabile. La vicenda che arriva direttamente da Taranto ha lasciato tutti inevitabilmente senza parole. Subito è scattata la Guardia di Finanza che, dopo varie indagini, non ha potuto fare altro che arrestare il direttore di un ufficio di Poste Italiane. Secondo quanto riportato da alcune fonti locali pare che l’uomo avrebbe spiegato le proprie colleghe, che andavano in bagno, con una videocamera nascosta. Successivamente scaricava le immagini sul suo computer personale.
A denunciare il tutto ai militari dell’arma ci ha pensando una dipendente dello stesso ufficio postale. I fatti risalgono al marzo dello scorso anno, quando la donna in questione si era accorta che qualcosa non stesse andando per il verso giusto. Una donna, dopo essersi accorta dell’oggetto, ha prelevato il dispositivo ed un cavo che lo collegava ad una batteria. Poco prima di parlarne con la guardia di finanza la donna aveva raccontato il tutto ad una sua amica. Successivamente ha scoperto anche l’esistenza di una scheda memoria. Tra i filmati presenti, all’interno della stessa, c’era uno che immortalava il direttore mentre stava sistemando la telecamera.
Dopo che la notizia si era diffusa in tutto l’esercizio, i dipendenti hanno messo alle strette il loro capo. Lo stesso che ha cercato di difendersi affermando che aveva trovato sì quella telecamera, ma che allo stesso tempo l’aveva poi riposizionata con l’obiettivo di capire chi l’aveva installata. Una versione a cui le sue dipendenti non hanno mai creduto. Ed è per questo motivo che, successivamente, è scattata la denuncia ai finanzieri.
Con il susseguirsi delle indagini il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza tarantina non ha potuto fare altro che far eseguire l’ordinanza di custodia cautelare. Un provvedimento restrittivo che è stato firmato dal gip, Francesco Maccagnano, dopo la richiesta emanata da parte del sostituto procuratore Mariano Buccoliero della Procura di Taranto. Nel corso della perquisizione le ‘Fiamme Gialle’ hanno trovato nel pc del direttore almeno una decina di video e 120mila immagini. Adesso per lui sono scattati gli arresti domiciliari.