Il voto sul Mes è slittato di quattro mesi. Una scelta fatta dal governo anche per raggiungere un altro obiettivo: ecco tutti i dettagli.
Il Mes in Italia non sarà ratificato almeno per i prossimi quattro mesi. E’ questa la decisione, come ricordato da Libero, presa dal governo al termine di giorni molto tesi all’interno della maggioranza.
Nella giornata di venerdì a Palazzo Chigi è andato in scena un confronto per capire quale strategia adottare. Alla fine si è optato per una sospensiva fino a novembre anche se, come precisato dal quotidiano, c’era anche la possibilità di rinviare tutto al prossimo anno. Poi si è deciso di ridurre l’attesa e riprendere la discussione in autunno. Nel frattempo, comunque, il lavoro della maggioranza non si fermerà e si proverà a raggiungere alcuni degli obiettivi fissati.
La scelta del governo è ragionata. Stando a quanto riferito da Libero, il sì al Mes quasi certamente arriverà, ma non subito e molto probabilmente al termine di una lunga trattativa con l’Unione Europea su altri temi. Infatti, con il rinvio di quattro mesi Palazzo Chigi punta sia ad approfondire con attenzione la questione del Meccanismo europeo di stabilità, ma anche trovare una soluzione su dossier che interessano il nostro Paese come riforma del patto di stabilità e immigrazione.
Insomma, il confronto tra Roma e Bruxelles in questi quattro mesi sarà continuo e vedremo se alla fine porterà ad un via libera immediato al Mes oppure in futuro ci si prenderà ancora del tempo per valutare meglio la questione.
La decisione del governo è stata molto criticata dalle opposizioni, ma la maggioranza in modo compatto ha difeso la scelta. “Non è il momento del Mes – ha sottolineato Foti, capogruppo di FdI alla Camera – il premier è al lavoro su patto di stabilità e unione bancaria. Chi non vuole bene al nostro Paese va contro gli interessi dei cittadini“.
Anche da Forza Italia viene espressa soddisfazione per questa decisione. “Il Mes non è urgente e per questo motivo il centrodestra unito ha preferito rinviare la discussione“, ha detto Barelli, capogruppo alla Camera di Forza Italia. E Salvini ha aggiunto: “Non è un argomento di attualità e non ci serve. Onestamente credo che non ci servirà neanche in futuro“.