“Se lo Stato non mi dà giustizia, ci sarà quella della strada”, sono le parole del padre di Michelle Causo, la 17enne uccisa lo scorso mercoledì a Primavalle. Mercoledì si celebreranno i funerali in via di Torrevecchia
“Mercoledì ci saranno i funerali al 99%”. A dare la notizia è proprio il padre di Michelle Causo, ucciso con almeno 6 coltellate che hanno raggiunto collo, addome, schiena. Nessun segno di difesa sulle mani. La giovanissima vittima non è riuscita nemmeno a difendersi.
E mentre il papà di questa ragazzina strappata brutalmente e troppo presto alla vita, parlava coi i cronisti (tra questi anche il TG3) ecco che arrivava attraverso le agenzie di stampa anche un’altra notizia. Convalida del fermo per il presunto killer di Michelle, richiesta di perizia psichiatrica avanzata dai legali sia di difesa che di accusa, trasferimento nel carcere minorile di Casal Del Marmo.
Ma torniamo alle parole dell’uomo, dilaniato dal dolore, fermo nelle sue convinzioni, lucido nella sua rabbia, che nn può che essere compresa e trovare ascolto. “O la giustizia dello Stato, o se lo Stato non mi darà giustizia ci sarà quella della strada”. La telecamera indugia stretta sul volto dell’uomo, capello brizzolato, barba con pizzetto, la maglia color nocciola comoda, un borsello a tracolla, una stampella per aiutarsi a camminare. Un amico al suo fianco che lo accompagna alla macchina. Prosegue l’uomo nelle risposte ai cronisti: “Perchè io non vivo più, perchè che mi vuoi dire che mi riporti mia figlia a casa…perchè se mi riporti mia figlia a casa per me è tutto ok”.
Sì i funerali di Michelle, torna sull’argomento il papà di nuovo incalzato, si terranno alle 11. Ma non nella chiesa vicino casa, nella parrocchia di via di Torrevecchia. Ad un kilometro di distanza da dove la ragazzina viveva, ed era felice. Con lei “Siamo morti tutti noi della famiglia”, aveva detto al Corriere della Sera la madre di Michelle, convinta che sua figlia non sia morta soltanto per un debito da poche decine di euro. E poi: come può quel ragazzino di 17 anni aver sollevato solo, il corpo di sua figlia che pesava 60 kg, e averla portata morta ormai in quel carrello della spesa abbandonato accanto al cassonetto dei rifiuti?
Interrogativi ai quali, questi genitori che da mercoledì in poi potranno fare i conti solo con ricordo e dolore, sperano di trovare almeno una verità, dopo l’interrogatorio di garanzia che si è svolto questa mattina. Iniziato intorno alle 10.30 e proseguito per oltre 4 ore. “Perdono…per le cose perdonabili, che passano. Questa non può passare, quindi non è perdonabile”. Chiude così il colloquio coi cronisti il padre di Michelle, poi sale in macchina e va via.