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Omicidio Primavalle, il criminologo: “Due le varianti in gioco”

Published by
Paolo Colantoni

Marco Strano, criminologo di fama internazionale, sull’omicidio della piccola Michelle a Primavalle: “Non si tratta di un omicidio casuale. Ecco i due fattori determinanti”

L’omicidio di Michelle, la diciassettenne romana uccisa con sei coltellate da un suo coetaneo nel quartiere Primavalle a Roma, resta avvolto nel mistero. Due le ipotesi sulle quali stanno lavorando gli inquirenti: un delitto passionale o legato ad un debito. “Non è facile capire cosa ci sia dietro questo terribile assassinioconfida in esclusiva a Notizie.com il criminologo Marco Stranosi tratta di un caso, per certi versi anomalo”.

Marco Strano e la giovane Michelle, la ragazza uccisa a Primavalle – Notizie.com –

Il problema principale, al momento, è  capire il movente di questo omicidio.Lo scenario è chiaro: siamo una borgata romana caratterizzata da degrado e con ragazzi dediti a droghe e violenze”, dichiara Strano, poliziotto in pensione e attualmente consulente del CSU Fullerton Police Department.L’aspetto sul quale si sta cercando di fare chiarezza è il rapporto che esisteva tra la vittima e il suo carnefice. Sicuramente c’era un rapporto affettivo, che però non è ancora stato ben identificato”.

Si tratta di un aspetto decisivo?
“E’ importante chiarire il rapporto tra i due, per capire se il movente si può cercare in un litigio o in un rapporto passionale. Ma il secondo caso mi sembra oggettivamente più complicato. Ragazzi di quell’età, generalmente, non uccidono per passione. Per una serie di motivi: le relazioni affettive tra di loro sono molto volatili, molteplici. In quell’ambiente ci troviamo spesso di fronte a poliamori, storie brevi che di solito si intrecciano tra loro. Un delitto passionale, in quell’età e in quell’ambiente, è molto anomalo”.

Cosa può aver scatenato allora la furia omicida del diciassettenne?
“A mio modo di vedere esistono due variabili: la prima di natura geografica. Le considerazioni fatte fino ad ora si basano sui ragazzi di cultura europea. Questo ragazzo, seppur nato e cresciuto in Italia, ha origini cingalesi e potrebbe avere una matrice culturale leggermente diversa. Soprattutto nel rapporto con le coetanee. Faccio un esempio banale: un ragazzo italiano di sedici anni che litiga con la fidanzatina, la saluta, se ne va e nel giro di poco tempo si vede con un’altra. Magari in altre culture questo pensiero viene meno e porta ad una reazione diversa”.

Esiste un’altra variabile?
“La droga. Quello è un ambiente ad ampio consumo di droga: cocaina, acidi e crack. Droghe che possono dare fenomeni di alterazione della coscienza. Un piccolo litigio, vissuto da un soggetto in preda a delirio psicologico da assunzione di droghe, mi riferisco soprattutto a cocaina e crack, può diventare un motivo per uccidere. Un elemento scatenante per un omicidio di questo genere: fatto con il coltello”.

Si tratta di un omicidio inedito?
“Non è certamente un omicidio casuale. L’intento di uccidere, dal modus operandi, appare abbastanza certo: non si può parlare di un omicidio preterintenzionale. Sono sei coltellate”.

Omicidio Michelle Maria Causo (Ansa Foto) Notizie.com

Nel profilo Instagram del presunto assassino c’era continui riferimenti a cannabis e spinelli.
“Ma quello paradossalmente era un elemento opposto. Il Thc della marjuana ti leva quel tipo di iniziativa. Il problema è del crack, che gira in quelle comunità. Nelle comunità di giovani americani, ci sono stati parecchi omicidi, fatti da persone imbottit di crack, che hanno ammazzato per uno sguardo, per una parola detta male, ma perchè era pieno di crack e in uno stato allucinatorio”.

C’entra qualcosa il contesto sociale dove è avvenuto l’omicidio?
“Direi poco. Le droghe, nei ragazzi tra i 14 e i 21 anni, sono diventate un elemento di appiattimento dei valori culturali. La diffusione a macchia d’olio per un’intera generazione, ha cancellato le differenze sociali. Li ha resi tutti pericolosi e in condizioni di disagio. Un omicidio di questo tipo, poteva accadere in un ambiente degradato, così come in quartieri di figli di papà”.

 

 

 

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Paolo Colantoni