Il Papa “scuote” il Vaticano: parte Gänswein, arriva Fernandez

L’arcivescovo Georg Gänswein, ex prefetto della Casa Pontificia e a lungo segretario di Benedetto XVI, ha finalmente trovato la sua nuova casa dopo essere stato “congedato” da Papa Francesco. La sua nuova residenza coincide con un luogo del cuore per la sua giovinezza, mentre c’è già chi prova a mettere discordia parlando di “ultimo sgarbo” nei confronti di Bergoglio, dopo gli incidenti avvenuti negli anni precedenti e nei giorni seguenti alla morte di Ratzinger che lo avevano portato all’accusa di volersi accreditare come portavoce della frangia dei “tradizionalisti”. 

Nel frattempo, un camion con i suoi effetti personali è in partenza dal Vaticano verso Friburgo. Nei giorni scorsi Gänswein ha salutato i suoi collaboratori prima di lasciare il monastero Mater Ecclesiae dove ha vissuto con Benedetto XVI dal 2013 e l’appartamento a Santa Marta, vicino all’albergo vaticano dove vive Francesco. Il suo ultimo commento è stato laconico: “Dovevo lasciare il Vaticano entro il primo luglio e l’ho fatto, tutto qui: obbedisco”.

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(Ansa)

Si parla di un clima di malinconia e amarezza, dovuto al fatto che il tedesco si è trovato a lasciare Roma dopo ben 28 anni di servizio nella capitale e nello Stato più piccolo al mondo, dove giunse nel 1995 per essere chiamato un anno dopo all’ex Sant’Uffizio da Joseph Ratzinger, allora prefetto. Sempre Benedetto XVI lo nominò Prefetto della Casa pontificia solamente tre mesi prima di dare le sue dimissioni, e il nuovo arrivato, Francesco, decise di mantenerlo in carica. Almeno in un primo momento. Tanto che, ex post, Gänswein parlò in una pubblicazione uscita di recente del suo ruolo come di quello di un “prefetto dimezzato”.

Il camion con gli effetti personali di Gänswein in partenza per Friburgo

Il vero e proprio scontro più clamoroso tra il tedesco e l’argentino avvenne con la pubblicazione del libro firmato dal Cardinale Robert Sarah con prefazione di Benedetto XVI, in cui si stroncava ogni apertura sul celibato sacerdotale proprio nei giorni in cui, all’interno del Sinodo sull’Amazzonia indetto da Papa Francesco, si sarebbe dovuto parlare di “viri probati”, ovvero dell’ordinazione di uomini sposati adibiti a celebrare Messa nelle aree in cui vi è maggiore e decisiva scarsità di sacerdoti, come la grande foresta pluviale latino-americana, appunto. Così oggi Papa Francesco ha trovato finalmente la sua nuova locazione, il Collegium Borromaeum di Friburgo, lo stesso in cui padre George viveva all’epoca in cui entrò in Seminario. Si spiega che nel seminario diocesano situato a due passi dalla cattedrale di Friburgo è stato predisposto un ampio appartamento che lo ospiterà. La Santa Sede lo aveva comunicato in precedenza con un testo molto asciutto, come prassi. “In data 28 febbraio 2023, monsignor Georg Gänswein ha concluso l’incarico di Prefetto della Casa Pontificia. Il Santo Padre ha disposto che dal 1° luglio rientri, per il momento, nella sua Diocesi di origine”.

L’unica apertura rimane quell’inciso, “per il momento”, che lascia intravedere la possibilità di nuovi incarichi futuri. Che potrebbero, o non potrebbero, arrivare un domani. Nel frattempo anche Gänswein stesso si è messo in viaggio, compiendo una tappa intermedia, la celebrazione di un’ordinazione sacerdotale in Austria, sul lago di Costanza, a Bregenz, prima di arrivare a Friburgo la prossima settimana. Lì ordinerà sacerdote il diacono Marton Héray, della famiglia spirituale “Das Werk”, gruppo cattolico tedesco definito dal quotidiano La Repubblica come “da sempre vicino a Joseph Ratzinger, pubblicamente schierato contro riforme e aperture della Chiesa di Francesco”. Per il quotidiano di area progressista, la scelta del religioso confermerebbe la sua volontà di proporsi come “riferimento per il clero più tradizionalista”.

Collegium Borromaeum di Friburgo
Il Collegium Borromaeum di Friburgo (Photo web source)

La nomina di Bergoglio del nuovo Prefetto per il Dicastero per la Dottrina della Fede

Nel mentre, continuano i movimenti in Vaticano per mano di Papa Francesco, che ha nominato un nuovo Prefetto per il Dicastero per la Dottrina della Fede, suo connazionale, lanciando un messaggio molto chiaro, che appare ben più di un punto programmatico, quasi un vero e proprio invito schietto e autentico, al limite dell’estemporaneità caratteristica del Papa argentino. Vale a dire la richiesta, “in qualità di prefetto, di dedicare il suo impegno personale in modo più diretto allo scopo principale del Dicastero che è quello di custodire la fede”. La scelta di Bergoglio è ricaduta infatti su monsignor Víctor Manuel Fernández, 60 anni, arcivescovo di La Plata, in Argentina, che succede al cardinale gesuita Luis Francisco Ladaria Ferrer. Lo stesso Fernández, che prenderà possesso degli incarichi a metà settembre, sarà anche presidente della pontificia Commissione biblica e della Commissione teologica internazionale. “Il suo scopo centrale è quello di custodire l’insegnamento che scaturisce dalla fede per dare ragione della nostra speranza, ma non come nemici che additano e condannano”, sono le parole a lui rivolte da Bergoglio.

Fernández è un suo vecchio amico e collaboratore, che qualcuno arriva persino a definite “il teologo più fidato”, che già lo ha accompagnato nella stesura di encicliche e documenti. Una nomina, con tutta evidenza, destinata a creare ben più di un maldipancia tra gli oppositori di Francesco, nonostante il fatto che il nuovo prefetto è semplicemente colui che meglio interpreta e accompagna il pensiero di Bergoglio. Semplicemente, è l’accusa, in Vaticano rischia di scomparire quella pluralità di visioni e di sfumature di pensiero che, al di là delle apparenze, aveva sempre caratterizzato i Sacri Palazzi dall’interno. Fino all’arrivo del Papa definito, proprio per questa ragione, “peronista”. 

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Mons. Fernandez è il nuovo Prefetto della Dottrina della Fede (Ansa)

“Siamo tante volte controllori della fede, invece di diventare facilitatori della fede della gente. Si tratta di una tentazione che noi abbiamo; quella di impadronirci, di appropriarci del Signore”, ha scritto Francesco al nuovo prefetto dell’ex Sant’Uffizio. “Il Dicastero che lei presiederà in altri tempi è arrivato a usare metodi immorali. Erano tempi in cui, anziché promuovere la conoscenza teologica, si perseguivano possibili errori dottrinali. Quello che mi aspetto da lei è certamente qualcosa di molto diverso”. Mentre oggi, al contrario, per l’attuale Pontefice la Chiesa «ha bisogno di crescere nell’interpretazione della Parola rivelata e nella comprensione della verità, senza che questo implichi l’imposizione di un unico modo di esprimerla. Per il fatto che “le diverse linee di pensiero filosofico, teologico e pastorale, se si lasciano armonizzare dallo Spirito nel rispetto e nell’amore, possono anche far crescere la Chiesa. E questa crescita armoniosa preserverà la dottrina cristiana più efficacemente di qualsiasi meccanismo di controllo”.

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