Continuano a crescere gli sbarchi di migranti, solo nelle ultime 48 ore sono state registrate oltre 4mila persone per un totale di 65mila nel primo semestre del 2023
Gli sbarchi di migranti sulle coste italiane non si fermano, anzi. I numeri parlano chiaro: con gli ultimi 4mila arrivi delle scorse 48 ore il totale del primo semestre del 2023 si è issato a quota 65mila con una crescita del 135% rispetto allo stesso periodo del 2022. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha deciso di aprire un tavolo con il guardasigilli Nordio per la predisposizione delle nuove procedure accelerate di accoglienza.
Nell’hotpsot di Lampedusa si contano ad ora 3mila ospiti (la capienza massima sarebbe di 300!) ecco perché dal ministero Piantedosi si mostra deciso a predisporre le nuove strutture previste nel decreto Cutro. Nel provvedimento dell’Esecutivo è previsto infatti un potenziamento della rete dei Centri di permanenza per il rimpatrio e l’introduzione della procedura accelerata per le domande di protezione internazionale presentate direttamente alla frontiera o in zone di transito. Queste nuove strutture esamineranno le domande di chi proviene da paesi sicuri come Costa d’Avorio (in testa quest’anno con 7.921 arrivi) e Tunisia (4.318) oltre a quelle di chi viene fermato per aver eluso i controlli.
La nuova procedura consentirebbe di trattenere chi ha presentato la domanda nei centri ad hoc fino a 7 giorni, tempistica entro la quale dovrà arrivare una risposta dalla Commissione territoriale asilo. In caso di rigetto scatterà il rimpatrio previo accordo col paese d’origine. L’obbiettivo è quello di dare una risposta concreta all’annoso problema dei rimpatri (solo 3mila lo scorso anno). Sul tavolo di confronto dei ministri anche la possibilità di trattenere i richiedenti asilo in strutture detentive dopo i numerosi episodi di violenza all’interno dei sovraffollati centri di prima accoglienza.
Il ministro Piantedosi è fortemente deciso ad andare avanti in questa prospettiva: “Puntiamo a creare infrastrutture di trattenimento nei luoghi più prossimi alla frontiera dove eseguire la valutazione della sussistenza dei presupposti per essere ammessi allo status di rifugiato oppure essere destinati all’espulsione, assicurando comunque il rispetto di tutti i diritti della persona“. Sistemate le questioni burocratiche e di giustizia sul tavolo di confronto predisposto tra i due ministeri ci sarà un nuovo problema da risolvere, questa volta di natura logistica: dove creare questi nuovi centri? Per il commissario all’emergenza Valerio Valenti oltre a rimettere apposto le strutture danneggiate già esistenti si potrà procedere alla realizzazione di nuovi “hub per l’espulsione”. Il primo potrebbe sorgere proprio a Lampedusa, mentre per la Calabria si starebbe pensando a Crotone.