Racket migranti, Di Giuseppe, il deputato di Fdi che ha denunciato tutto: “Andava fatto e lo rifarei altre mille e più volte…”

L’onorevole che ha smascherato un giro internazionale parla a Notizie.com: “Ma è solo la punta dell’iceberg, c’è la ndrangheta. Mi è cambiata un po’ la vita. Se ho paura? Un po’ ma la gestisco…”

E’ sulla bocca di tutti, ma anche e soprattutto nel cuore di tutti Andrea Di Giuseppe anzi l’onorevole Andrea Di Giuseppe, deputato di Fratelli d’Italia che con la sue denunce ha smascherato un giro di racket internazionale dell’immigrazione clandestina che incassa milioni e milioni di euro. Ebbene, qualcuna di queste persone che fanno parte del giro di malaffare ha tentato di corrompere un politico italiano, per avere privilegi e scorciatoie per far entrare illegalmente migranti, ma hanno trovato la persona sbagliata per loro, giusta per chi ha dei principi forti e sani. “Capisco che tutti siano rimasti sorpresi da quello che ho fatto, ma il problema è proprio questo, nel senso che deve essere la normalità, ho fatto quello che andava fatto, senza se e senza ma” dice l’onorevole di Fratelli d’Italia Andrea Di Giuseppe a Notizie.com.

Il protagonista
Andrea Di Giuseppe il deputato di Fratelli d’Italia che ha denunciato un giro di racket internazionale (foto Ansa Notizie.com)

La cosa che sconvolge è che la normalità e la semplicità con la quale Di Giuseppe parla e racconta quanto gli è successo da marzo. Già perché sono tre mesi che questa storia va avanti, dall’inizio col tentativo di corruzione fino alle denunce alla Guardia di Finanza, tanto che lui ci scherza un po’ su: “In effetti, negli ultimi tre mesi ho passato più tempo nelle caserme della Guardia di Finanza e nelle Procure che in aula in Parlamento, pensi che tanti anzi tutti i colleghi hanno saputo ogni cosa oggi quando è uscito il pezzo di Libero (il giornale che ha tirato fuori la storia ndr), e devo dire che quello che è stato scritto corrisponde al vero. Sono stato avvicinato, ho denunciato tutto, senza nemmeno pensarci. Mi è stato chiesto: ma con tutto quello che è successo negli ultimi mesi col senno del poi, lo rifarebbe? E io rispondo sempre allo stesso modo, certo che lo rifarei altre mille volte e di più, cosa potrei mai dire a mio figlio se facessi il contrario…? No guardi, andava fatto e le assicuro che non è niente quello che è uscito, c’è molto e molto di più ancora.

“Dietro ci sono i calabresi, l’ndrangheta, ma un giro pazzesco di paesi e soldi. Lo sa perché l’ho fatto anche? Perché le parole contano, ma più i fatti e gli esempi…”

La disperazione
Nelle immagini l’attracco della nave AITA MARI nel porto di Salerno e lo sbarco dei migranti presenti a bordo (foto Ansa Notizie.com)

Una storia cominciata tre mesi fa quando Andrea Di Giuseppe è stato avvicinato da una persona di sua conoscenza per chiedergli delle cose ed è lo stesso Di Giuseppe che racconta: “Inizialmente quando mi ha fatto delle richieste, pensavo si trattasse di problemi di visti, qualche situazione tecnica da sistemare, magari gli serve una cortesia, ma quando ha cominciato ad andare più a fondo, ci ho messo un quarto d’ora a capire tutto. Sono subito andato alla Guardia di Finanza per denunciare ogni cosa, poi è stato deciso di riandare all’appuntamento registrando tutto sia la prima che la seconda volta con un’altra persona che mia aveva avvicinato”. Un racconto pazzesco, sembra quasi un film: “Si, pure io ripensandoci sembra un film e forse ho rischiato un po’, ma non mi piaceva niente e ho cercato di fare quello che si doveva fare“. La vicenda parte dal marzo scorso, quando Di Giuseppe, eletto nella circoscrizione del Centro-Nord America con FdI, sporge una denuncia al Nucleo di Polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Roma. Un ristoratore di origini bangladesi, che conosceva, gli ha chiesto “di fare da tramite con un fantomatico «Console italiano in Bangladesh» al fine di facilitare il rilascio di visti in entrata per l’Italia. L’uomo, racconta il parlamentare ai finanzieri, parla apertamente di «compravendita di visti d’ingresso».

Ma Di Giuseppe avverte che è “solo la punta dell’iceberg” che dietro a tutta questa storia c’è qualcosa di più grande e ancora più brutto, racconta Di Giuseppe a Notizie.com: “C’è molto di più rispetto a quello che è uscito, c’è la mafia calabrese, ovvero l’ndrangheta, ma anche tanti altri paesi coinvolti, con un giro di soldi mostruoso, ma uscirà fuori ogni cosa, ora lasciamo lavorare le procure, verranno fuori aspetti legali e situazioni scabrose”. Ci sono le indagini in corso, quindi più di tanto non può dire e rivelare, ma su di lui e sulle minacce che ci sono quasi ogni giorno ormai ci è abituato: “Quello che ha scritto il giornale, ovvero quello che mi ha detto di farmi i cazzi miei e vivevo più a lungo, era a Lungotevere che correvo, ma ce ne sono altre e ho fatto tutte denunce”. Sulla paura e sulla vita che gli è un po’ cambiata non ha problemi, almeno per un po’: “Devo dire che un po’ mi è cambiata, anche se ho una storia e una cultura che proviene da esperienza fatta con l’Msi, se metti la testa fuori, va avanti, non sono una pianta. E poi sa perché l’ho fatto anche? Per dare anche un esempio e se non lo facciamo noi che siamo onorevoli, per gli imprenditori, per i tanti che per paura non ce la fanno e si girano dall’altra parte. Non bisogna avere paura, lo Stato è forte e c’è  Le parole sono importanti, ma i fatti lo sono di più. La paura? Un po’ c’è, non ero abituato a guardarmi attorno, ma la gestisco. La scorta? No, non ce l’ho e non credo la voglio avere….”

 

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