Luigi Sbarra a ‘La Stampa’ dice no al salario minimo: “E’ una misura pericolosa. Si rischia una pezza peggiore del buco”. Ecco la sua proposta.
Le opposizioni hanno ormai definito la loro proposta sul salario minimo, ma non tutti i sindacati sono d’accordo. Luigi Sbarra, segretario della Cisl, a La Stampa conferma le sue perplessità sulla proposta arrivata da Pd, M5s e Azione: “Si rischia una pezza peggiore del buco. Una legge simile potrebbe portare molte imprese sulla soglia legale e fuori dall’applicazione dei contratti. Insomma, si innescherebbe una spirale verso il basso della retribuzione soprattutto per le famiglie medio-alte“.
Per Sbarra “il salario minimo deve avere come obiettivo quello di una crescita dei redditi, ma questa deve essere di natura contrattuale. La legge deve rimandare ai contratti prevalenti e non determinare arbitrariamente una soglia minima“. Altrimenti il rischio è quello che il segretario della Cisl ha illustrato in precedenza.
In questa intervista Sbarra ha ricordato come “i minimi salariali bassi sono presenti solo in alcuni comparti, dove le associazioni datoriali negano il diritto alla contrattazione. Ad oggi abbiamo casi di mancati rinnovi da 8 a 13 anni“.
“Sia i contratti pubblici che i privati vanno rinnovati alla scadenza – ha aggiunto il segretario della Cisl – e il governo deve detassare sia a livello nazionale che aziendale, detassando le tasse sui premi di risultato e accordi di welfare“.
In conclusione Sbarra ha fatto il punto sui rapporti tra sindacati e governo. “Abbiamo apprezzato la disponibilità di questo esecutivo a lavorare per cambiare la legge Fornero – ha detto il segretario della Cisl – nei prossimi giorni partiranno dei tavoli tecnici e vedremo se lì ci saranno i fatti“.
“A maggio ci siamo mobilitati per riuscire ad aprire nuovamente il confronto con il governo su vari temi e possiamo dire che questo è avvenuto – ha detto ancora il sindacalista – ma ora valuteremo i risultati senza scontri“.