Il governatore della Puglia Michele Emiliano è stato intervistato sul tema del salario minimo, la proposta di legge firmata da tutta l’opposizione eccetto Italia Viva
Michele Emiliano presidente della regione Puglia è da sempre uno degli uomini politici più impegnati a livello sociale. Basti pensare a quando fece della sua regione una sorta di precursore del reddito di cittadinanza. Oggi però le necessità sembrano essere altre come confermato dallo stesso Emiliano nell’intervista rilasciata a la Repubblica.
Punto focale dell’intervento di Emiliano è l’invito rivolto alla destra e al premier Giorgia Meloni di considerare l’iniziativa sul salario minimo un passo fondamentale per realizzare anche quelli che in campagna elettorale e in questi primi mesi di governo sono i punti focali dell’agenda di Governo. “Quella del salario minimo è un’iniziativa improrogabile e costituzionalmente orientata. L’art. 36 infatti ci dice che il lavoratore ha diritto per se e per la famiglia ad un’esistenza libera e dignitosa. Non capisco come la desta non si renda conto come questa sia una proposta che tocca due punti cruciali del loro programma: é una manovra contro la denatalità ed è una manovra capitalista”.
In che senso una misura che lotterebbe la denatalità? “Avere dei figli oggi è diventato un lusso, inflazione e conseguente aumento dei costi hanno fatto perdere potere contrattuale alle famiglie che così decidono di non fare figli perché non possono permetterselo, con il salario minimo glielo restituiremmo“.
“Con queste proposte la sinistra torna ad occuparsi dei veri problemi dei cittadini”
Per Michele Emiliano dunque non solo il salario minimo combatterà la denatalità ma sarà più un generale una manovra macro-economica in grado di aumentare i consumi. Più di qualcuno però ha fatto notare che il risvolto negativo di questa iniziativa, specie in regioni come la Puglia potrebbe essere un aumento del lavoro nero. “Chi aiuta davvero il lavoro in nero è la legge Bossi-Fini perché trasforma il solo viaggio in un reato. Così si aiuta il lavoro in nero, con la clandestinità dei flussi migratori. Vero è che l’aumento del salario da solo non basterà, occorrerà mettere in campo i controlli del caso. In tanti saranno costretti a dichiarare più di quello che realmente guadagnano sottoscrivendo contratti falsi“.
Si faceva cenno di come Emiliano anni fa si sia fatto pioniere del reddito di cittadinanza, oggi che la misura è stata abrogata quella sul salario minimo per Emiliano è la naturale conseguenza. “Purtroppo da qualche tempo c’è chi ha ripreso a telefonarmi chiedendomi un lavoro ora che il reddito non viene più erogato. Ora penso che sia arrivato il momento di mettersi al fianco di chi il lavoro lo ha ma ha diritto alla dignità. Ci deve essere un limite chiaro a tutti come c’è con i mutui per esempio, al di sotto di una determinata cifra è usura“. Un ultimo pensiero poi non può che essere rivolto verso una sinistra che per la prima volta con questa proposta si mostra finalmente unita. “Non possiamo che esserne felici. La sinistra deve smetterla con lo snobismo e occuparsi dei problemi che i cittadini sono costretti ad affrontare tutti i giorni“.