L’esponente dell’omonimo clan con sede ad Ostia è stato fermato a Civitavecchia a bordo di un’auto. Per lui è scattato l’arresto per violazione delle misure di sicurezza
Roberto Spada, noto esponente dell’omonimo clan di Ostia, è stato arrestato mentre viaggiava a bordo di un’auto insieme alla sua compagna a Civitavecchia in palese violazione delle restrizioni imposte dalla misura di sorveglianza speciale. Le forze dell’ordine, tra cui i carabinieri di Civitavecchia e del gruppo di Ostia, hanno fermato Spada perché ha violato l’obbligo di soggiorno nel comune di Roma imposto dalla misura di sicurezza inflittagli.
Il 43enne, già condannato definitivamente a 6 anni di reclusione per l’aggressione al giornalista Daniele Piervincenzi, è stato trasferito in carcere a seguito dell’arresto. Tutto questo avviene poche ore prima dell’udienza prevista per oggi in Cassazione davanti alla quinta sezione penale riguardante il processo d’appello bis nei confronti del clan per un duplice omicidio avvenuto il 22 novembre 2011 nel centro di Ostia. Gli ermellini si pronunceranno sul ricorso presentato dai legali degli Spada dopo che in sede d’appello hanno assolto per questo fatto Roberto Spada condannandolo però a 10 anni di reclusione per la sola associazione a delinquere di stampo mafioso. Diverso invece il destino per Ottavio e Carmine Spada accusati dell’omicidio in questione e condannati entrambi all’ergastolo.
Roberto per via della misura di prevenzione che ne vietava l’allontanamento dal comune di Roma non avrebbe potuto sconfinare neppure nel limitrofo comune di Fiumicino, figuriamoci nella ben più distante Civitavecchia per altro noto polo di interscambio considerato il porto che la rende famosa in tutto il paese. Viaggiava in macchina con la compagna mentre le forze dell’ordine del gruppo di Ostia ne intercettavano le conversazioni scoprendo come fosse in procinto di violare la misura. Ecco quindi la chiamata ai colleghi di Ostia e l’arresto in pieno giorno.
L’arresto di Roberto Spada rappresenta un importante sviluppo nella lotta contro il crimine organizzato a Roma. Dimostra come le forze dell’ordine siano impegnate nel garantire che le misure di prevenzione e sorveglianza siano rispettate specialmente da coloro che rimangono coinvolti in attività illegali anche dopo la sentenza di condanna. Ora l’attenzione si sposta sull’udienza in Cassazione dove si deciderà se la condanna di Roberto Spada sarà confermata o se ci saranno ulteriori sviluppi nel processo. La decisione avrà un impatto significativo sulla futura sorte degli Spada e sulle indagini riguardanti il clan di Ostia.