Emergono nuovi inquietanti dettagli sull’incidente che ha visto coinvolta una famiglia di Favaro Veneto, travolta da una donna tedesca
Angelika Hutter, la 32enne tedesca che ha travolto con la propria macchina una famiglia, uccidendo tre persone, tra cui un bambino di due anni, potrebbe essere accusata di omicidio volontario, in seguito all’analisi delle circostanze.
70 chilometri orari in un tratto stradale con il limite a 50 per l’automobilista che, a Santo Stefano di Cadore, ha causato un incidente mortale, togliendo la vita a tre persone.
Il sospetto di un omicidio doloso
Le ultime indagini, hanno fatto emergere un’ipotesi piuttosto inquietante, che sembrerebbe essere supportata da una serie di prove. La donna, secondo quanto riportato da un testimone, avrebbe litigato furiosamente con qualcuno prima di salire in macchina. La rabbia, avrebbe influenzato con evidenza la sua condotta di guida, poco conforme alle norme imposte dal codice della strada. Velocità oltre al limite e una gestione della vettura assennata, avrebbero portato la 32enne faccia a faccia con le tre vittime, che poco potevano fare per evitare l’Audi nera che li ha travolti.
La rabbia furibonda della donna ha alimentato i sospetti del comandante dei Carabinieri della stazione locale, che, adesso, valuta l’ipotesi di un gesto volontario. Dopo aver visionato i video della scena e aver analizzato dal vivo la scena del crimine, la teoria dell’omicidio colposo si è fatta strada nella mente degli investigatori, ai quali preoccupano in particolare tre dettagli non trascurabili: nel punto dell’impatto non è presenta il benché minimo segno di una frenata, la strada era perfettamente dritta, quindi senza impedimenti nella visione dei pedoni e, come se non bastasse, i rilevamenti non hanno evidenziato neanche una sbandata della vettura. Dalle rilevazioni e l’interpretazione dei dati, emerge dunque una prospettiva a dir poco inquietante: sembrerebbe infatti che la donna abbia sfrecciato a tutta velocità nella direzione della famiglia, li abbia visti e non abbia nemmeno accennato un tentativo di evitarli.
Ricordiamo che i pedoni in tutto erano quattro: Mariagrazia Zuin, 64 anni, suo genero Marco Antoniello, 48 anni, il nipote Mattia di due anni, morto in ospedale e la moglie di Anoniello, Elena Potente, che è l’unica ad essersi salvata e ha riportati soltanto dei segni. Luca Zaia, presidente del Veneto, ha commentato le novità sulla dinamica dell’incidente: “Delle notizie che abbiamo alcune sono assolutamente inquietanti e quindi confidiamo nelle magistratura perché sia chiarita la dinamica e si capisca fino in fondo quale sia stata la motivazione, ovvero la responsabilità di questo incidente”.