Il ministro Tajani in un’intervista a Il Messaggero ritorna sullo scontro tra governo e i magistrati: “Spero che il premier non finisca nel loro mirino”.
Sono state ore di tensione quelle tra il governo e i magistrati. Uno scontro che ha portato anche molti esponenti delle opposizioni ad attaccare l’esecutivo, ma la posizione della maggioranza non cambia e lo conferma anche Tajani in un’intervista a Il Messaggero.
“Da parte nostra non c’è nessuna volontà di uno scontro o di una vendetta nei confronti dei magistrati – ha spiegato il ministro degli Esteri – andremo avanti con la riforma della giustizia sia per l’impegno preso con gli elettori che per la necessità di distinguere i ruoli costituzionali. L’obiettivo è anche arrivare ad una separazione delle carriere, un sogno di Berlusconi“.
Il ministro Tajani ritorna anche sulla polemica della notizia dell’avviso di garanzia data prima ai giornali e poi al diretto interessato: “Questa è una cosa inaccettabile. E’ un atto alla tutela di una persona e non una condanna. Quindi deve essere prima notificato alla persona e poi ai media. Così come fa bene Nordio a mettere un limite alle pubblicazioni delle intercettazioni per evitare che le conversazioni di terzi siano rese pubbliche“.
L’esponente di Forza Italia si è soffermato anche sui casi Santanchè e Delmastro: “Il ministro non deve dimettersi. Fanno fede le sue parole e fino al terzo grado di giudizio non si è colpevoli. La seconda questione mi ha sicuramente colpito. Trovo singolare una imputazione coatta quando era stata richiesta l’archiviazione. Il Gup non può sostituirsi al Pm. Il figlio di La Russa? Non ho elementi per commentare questa inchiesta“.
In questa intervista il ministro Tajani ha espresso anche una sua speranza: “Mi auguro che il premier non finisca nel mirino dei magistrati. Sicuramente le vicende di questi giorni mi lasciano perplesso. Ma da parte nostra non c’è nessuna intenzione di andare allo scontro con i magistrati. Continuiamo a lavorare per una riforma per gli italiani con l’obiettivo di garantire rispetto dei rispettivi ruoli costituzionali“.