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Cronaca

Kata, la mamma accusa: “Kata è viva, ma il governo ci ignora”

Published by
Leonardo Marcucci

La madre di Katia si è sfogata, denunciando una totale indifferenza da parte del governo italiano, che avrebbe abbandonato la famiglia della bambina rapita.

E’ passato esattamente un mese dalla tragica scomparsa di Kata, la bambina di 5 anni rapita dall’ex hotel Hastor di Firenze, e la madre ha lanciato un grido disperato nei confronti di una supposta indifferenza collettiva.

La mamma della bambina scomparsa (Ansa Foto) Notizie.com

Kata è ancora viva, ma ci sembra di essere stati abbandonati, dichiara Katherine Alvarez, la madre peruviana di Katia, che avverte “l’indifferenza dell’Italia. Ho l’impressione che non si stia facendo abbastanza per ritrovarla e che nei primi giorni si sia inutilmente perso tempo a cercare Katia nell’hotel“.

Un governo indifferente?

Il 10 giugno 2023, Kataleya Chicco Alvarez è stata sottratta dall’amore dei suoi familiari, in circostanze ancora piuttosto misteriose. Le indagini vanno avanti e il ritrovamento di tunnel e passaggi intorno alla struttura in cui viveva Kata, hanno fatto pensare ad un concepimento certosino, coadiuvato dalla collaborazione di svariati individui. Secondo la donna, si sarebbe perso fin troppo tempo all’inizio delle ricerche, che sono iniziate all’interno dell’hotel. Alla possibilità che Kata sia stata portata in un altro paese, la madre risponde disorientata: “Non lo so. Ci sta che, se finora non l’hanno trovata qui, possa essere stata portata in un altro Paese. Devo pensare a tutto”.

Kataleya, la bambina scomparsa a Firenze (Ansa Foto) Notizie.com

Poco dopo, la donna inveisce nei confronti della generale indifferenza che il governo italiano sta manifestando nei confronti della questione: “Sento una grandissima indifferenza da parte di tutti. Non so se dipenda dal fatto che siamo stranieri. Nessuno si è avvicinato a me, nessuno di importante, nemmeno il sindaco. Ho solo l’aiuto del mio avvocato. Mi sono rivolta direttamente alla Meloni. Chiedo solo un sostegno per cercare mia figlia”. Infine, Katherine commenta la possibilità che qualche residente dell’ex hotel, adesso occupato da famiglie straniere, abbia contribuito al rapimento: “Può essere che abbiano paura, che siano minacciati o coinvolti. Nessuno parla, nessuno ha visto. Ma era di giorno, non di notte. Come mai? E poi non capisco perché proprio mia figlia. Non conoscevo quasi nessuno lì dentro, né ho mai avuto grandi litigi”.

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Leonardo Marcucci