La donna che lo scorso giovedì ha investito tre persone uccidendole era già nota alle nostre forze di polizia. Dall’indole litigiosa viveva da mesi all’interno della sua auto
Quest’oggi si terrà l’udienza di convalida dell’arresto di Angelika Hutter la donna di 31 anni originaria di Deggendorf, una cittadina della Baviera orientale, che si trovava al volante dell’Audi A3 che lo scorso giovedì 6 luglio a Santo Stefano di Cadore nel Bellunese ha visto investito quattro persone mentre camminavano sul marciapiede uccidendone tre. Tra le vittime c’è il piccolo Mattia Antoniello il bambino che avrebbe compiuto due anni il prossimo 16 luglio, suo padre Marco di 48 anni, e la nonna materna Maria Grazia Zuin, 64 anni.
Angelika Hutter era già nota alle autorità per essere una persona dall’indole litigiosa. Nei mesi scorsi infatti si è scagliata sui social contro le banche tedesche e i corrieri, probabilmente a causa di una precedente relazione con un portalettere. Di origini siano romene la Hutter vive in Baviera sin da quando era bambina. A ottobre ha lasciato casa sua trascorrendo gli ultimi mesi in condizioni di vita precarie vivendo e dormendo nella sua auto. Dopo l’incidente l’Audi A3 è stata perquisita dai carabinieri e sono stati trovati oggetti di ogni tipo tra cui coperte e cibo. Su Instagram Angelika si definisce un’artista e sono stati rintracciati diversi siti dove ha tentato invano di vendere le sue opere tra cui disegni ad acquerello, biglietti di matrimonio e mobili decorati a mano.
Errore di distrazione o gesto volontario?
Angelika Hutter era stata denunciata dalla questura di Bolzano solo pochi giorni prima dell’incidente a Santo Stefano di Cadore. Le era stato contestato il possesso di oggetti atti ad offendere. Dopo che la donna aveva litigato con un addetto alle vendite in un centro commerciale infatti era stata sottoposta a perquisizione e gli agenti avevano trovato un martello nello zaino di Angelika. Secondo il suo avvocato d’ufficio, Giuseppe Triolo, Angelika continua a ripetere una sola frase in tedesco: “Ich bin in einem Abgrund” (“sono in un baratro“), e non ricorda nulla dell’incidente. Le analisi del sangue hanno confermato che al momento dell’incidente Angelika non era sotto l’effetto di alcol o droghe.
Le cause esatte dell’incidente rimangono ancora poco chiare. Alcuni punti interrogativi riguardano l’ipotesi di distrazione dovuta all’uso del telefono cellulare, o addirittura la possibilità di un gesto volontario. Le telecamere di un’officina hanno ripreso l’Audi A3 nera guidata da Angelika Hutter che percorreva via Udine a una velocità molto elevata, molto superiore al limite di 50 chilometri all’ora (si è ipotizzato che stesse viaggiando a circa 90 chilometri all’ora) alle 15:14:54, solo quattro secondi prima dell’incidente. Nell’udienza di oggi l’avvocato Triolo cercherà di ottenere la scarcerazione di Angelika Hutter sostenendo che l’incidente è stato solo figlio di grande sfortuna e che una cosa del genere può capitare a chiunque, motivo per cui la sua cliente non dovrebbe rimanere in carcere. Intanto le salme delle tre vittime saranno trasportate a Favaro Veneto, il comune di residenza della famiglia in provincia di Venezia. Le esequie dovrebbero essere celebrate tra mercoledì e giovedì a Dese.