Curcio e la paura del nucleare: “Rispetto a Chernobyl il sistema è senza dubbio più pronto”

A parlare e spiegare la situazione attuale che si potrebbe venire a creare è capo della Protezione civile: “Se accadesse qualcosa a Zaporizhzhia saremo pronti”

In tanti hanno il timore che possa accadere qualcosa in Ucraina nella centrale nucleare di Zaporizhzhia, considerato che gli allarmi sono tante e che soprattutto le bombe e i missili non fanno che aumentare, anche nelle zone limitrofe alla centrale. “Un incidente alla centrale di Zaporizhzhia rientrerebbe nel terzo scenario previsto dal nostro piano nazionale di emergenza, quello riferito ai Paesi extraeuropei. L’Italia non avrebbe dunque bisogno di misure dirette di protezione della popolazione, come la iodoprofilassi, ma di attivare le misure indirette previste per gli eventi più lontani dai nostri confini. La distanza ci aiuta“. A dirlo in toni piuttosto pacati e tranquillizzanti è il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio.

Il capo
Fabrizio Curcio, ingegnere e funzionario italiano, Capo del Dipartimento della protezione civile in un momento del suo intervento nell’Assemblea Nazionale ANBI (Ansa Notizie.com)

Secondo quanto stabiliscono le regole della guerra, ci sono obiettivi sensibili sui quali non bisogna transigere e le centrali nucleari sono tra queste, anche se nel caso dello scontro tra Ucraina e Russia, tutto ciò è quasi passato in secondo piano, ma la paura c’è sempre, a maggior ragione dopo quanto dichiarato dallo stesso Zelensky. Ma c’è un piano che copre ogni cosa, almeno secondo Curcio che al Sole24Ore spiega per bene le cose da fare: “L’obiettivo della direttiva 2013/59 Euratom, recepita con il Dlgs 101/2020, era consentire a ogni Paese di proteggersi da incidenti di tipo impiantistico. Nel nostro caso, non avendo centrali nucleari, è stato quello di costruire un sistema di protezione da eventi che accadono oltrefrontiera. La centrale ucraina di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa, è sorvegliata speciale. Il nostro piano risale al 9 marzo 2022″.

Il piano c’è, ma speriamo di non doverlo mai usare

L'incontro
Il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio insieme a Musumeci e ai Vigili del Fuoco (Ansa Notizie.com)

Per Fabrizio Curcio non ci sono pericoli sui quali bisogna avere paure particolari: “Qualunque evento dovesse verificarsi nella centrale di Zaporizhzhia può essere affrontato con il piano già redatto. Saremmo nell’ambito del terzo scenario, quello riferito a incidenti nei Paesi extraeuropei, e l’Italia non avrebbe bisogno di misure dirette di protezione della popolazione, come la iodoprofilassi, ma soltanto di attivare le misure indirette previste per gli eventi più lontani dai nostri confini, essenzialmente controlli sulla filiera alimentare, agricola e zootecnica.

Si passa anche al discorso relativo alle scorte da usare e su questo Curcio non ha dubbi e anche qui tranquillizza abbastanza anche sui farmaci da reperire nel caso in cui dovesse accadere l’irreparabile: “Abbiamo scorte sufficienti di compresse di iodio stabile?Preciso che la somministrazione dovrebbe avvenire fino a due ore dopo l’inizio dell’esposizione e non riguarderebbe l’intera popolazione, ma solo chi si trova nelle aree più prossime alle centrali interessate. I ministeri della Salute e dell’Interno lavorano per l’acquisizione continua del farmaco, il cui fabbisogno tiene conto anche delle scorte strategiche collegate a piani diversi di difesa civile”. Un anno fa Fabrizio Curcio disse: “Il piano c’è, ma speriamo di non doverlo mai usare

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