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Sport

Tragedia nel surf, addio alla leggenda Mikala Jones: “È morto dissanguato”

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Carlo Roscito

Il 44enne ha perso la vita a causa di un incidente avvenuto in mare aperto: il connazionale Pereira ha raccontato gli ultimi attimi drammatici dell’amico in Indonesia

Tragedia in mare, in lutto il mondo dello sport. Mikala Jones, surfista professionista di 44 anni, è morto a seguito di un incidente in mare durante una session in Indonesia, a largo delle isole Mentawai. L’hawaiano, secondo quelle che sono le ultime notizie proveniente dall’estero, ha perso la vita per il dissanguamento per colpa di un taglio nella zona dell’inguine, causato dalla tavola da surf.

La leggenda del surf Mikala Jones è morto a 44 anni a causa di un incidente con la propria tavola (Instagram) – Notizie.com

Ogni soccorso, arrivato nell’immediato, è stato purtroppo inutile. L’uomo aveva deciso di cavalcare l’ennesima onda “tre volte più alta di lui”. Mikala Jones, secondo quanto riportano i testimoni, è finito improvvisamente sott’acqua e poi è riemerso sanguinante.

Il connazionale Pereira: “Ha perso i sensi una volta soccorso, purtroppo è stato inutile”

Pereira, connazionale di Jones, ha raccontato quello che è successo dopo l’incidente con la tavola da surf (Instagram) – Notizie.com

Santiago Pereira, suo connazionale, ha così raccontato dopo il tremendo accaduto: “Mikala è riemerso dalla schiuma diversi secondi dopo e si è accorto di essersi tagliato all’inguine. A quel punto ha lasciato andare la telecamera e tutto il resto, provando a remare con le mani disteso sulla tavola. Siamo andati subito a cercarlo insieme a suo nipote, che gli ha dato la sua tavola. Mikala è svenuto quando è salito in cima, stava perdendo molto sangue. Lo abbiamo messo nella barca, abbiamo fatto un laccio emostatico. Nel frattempo gli abbiamo tenuto le mani, dicendogli di non addormentarsi e di restare con noi”.

Poi ha proseguito: “Ci sono voluti 20 minuti per arrivare sulla costa, respirava ancora, ma era privo di sensi. L’abbiamo portato alla barella dell’ambulanza, abbiamo chiuso le porte ed è andato in ospedale. Poi, purtroppo, ci hanno comunicato che era già troppo tardi”.

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Carlo Roscito