La vicepresidente del Partito Democratico Chiara Gribaudo, in un’intervista a La Notizia, ha commentato gran parte dei temi più attuali e urgenti della politica italiana
Intervistata da La Notizia, la vicepresidente del Pd Chiara Gribaudo, ha espresso la propria opinione sulla situazione europea e, in particolare sulla gestione da parte dell’attuale governo Meloni.
Secondo la Gribaudo, la Meloni, e più in generale la destra italiana, sono in grave difficoltà in Europa, dove il ruolo dell’Italia si fa sempre più marginale.
La Gribaudo definisce il ruolo dell’Italia all’interno del vertice Nato e della situazione europea: “Mi pare che Meloni faccia una gran fatica. Da un lato sta provando a farsi riconoscere in un contesto internazionale che fino a ieri la guardava come feroce interprete del sovranismo. Dall’altro ogni volta che le parte la frizione, torna la populista euroscettica. Lo ha fatto anche recentemente in Parlamento, dove ha attaccato il Commissario Gentiloni. Il rischio è la marginalità dell’Italia nelle scelte delle cancellerie europee. Anche sul tema migranti, l’Italia sta rischiando l’isolamento. E i suoi alleati storici, come la Polonia, sono i più duri a dire no alle nuove regole sulle politiche migratorie”, riferendosi nel finale al patto sui migranti che costringerebbe ogni paese dell’Unione europea a pagare una quantità di denaro per ogni migrante non accolto della propria dose annuale, imposta dall’Ue.
Prosegue la guerra in Ucraina e, sull’ingresso di questa nel patto atlantico, la vicepresidente del Pd afferma: “L’ingresso nel Patto Atlantico non è tema da campagna o da promesse elettorali. Serve l’unanimità di tutti i membri. L’obiettivo è liberare l’Ucraina dalla guerra e dall’invasione russa, dare una mano alla ricostruzione del Paese, e poi accelerare sull’ingresso in Ue ed eventualmente nella Nato. Ma ogni cosa a suo tempo. Mentre continuiamo a sostenere l’Ucraina senza se e senza ma, bisogna provare a lavorare anche per una pace giusta. Serve un lavoro di diplomazia che non possiamo lasciare unicamente a Papa Francesco e alla Chiesa”.
Si passa poi a parlare di Pnrr e Mes, su cui Gribaudo ha le idee piuttosto chiare sulla gestione passata e presente del governo: “La verità? Non erano pronti 9 mesi fa, e non lo sono oggi. Fitto ha annunciato che finalmente manderà le modifiche al Piano. Il rischio reale è perdere altro tempo e quindi le risorse necessarie per modernizzare l’Italia. Volenti e nolenti, sono i migliori alleati dei teorici dell’austerity. Per la prima volta l’Europa fa debito comune, e proprio l’Italia la nazione che avrebbe da usare più risorse di tutti, non riesce a spenderli.
Gribaudo prosegue: “Se fallisce l’Italia nella spesa del Pnrr, fallisce l’idea di Europa solidale che stava nascendo post-covid. In fondo è l’idea della destra europea, integrazione solo economica e monetaria e nulla più. Proprio per questo le prossime Europee sono una sfida all’anima che deve avere l’Ue del futuro. Noi ci siamo”. E sul Mes: “Pura furia ideologica. Per anni hanno sbraitato contro il Mes, e l’Europa cattiva che voleva controllare l’Italia. Adesso sono al governo. E ogni giorno che passa di mancata ratifica, l’Italia diventa sempre meno credibile tra le cancellerie europee. Quanto a lungo possono andare avanti così? Già in commissione sono andati sotto. Su questo il Pd non fa sconti”.
Non poteva mancare l’argomento magistratura e un commento sul significativo silenzio di Giorgia Meloni: “E cosa deve dire? Sì avete ragione, non ho una classe dirigente all’altezza del governo del Paese? Direi che l’imbarazzo suggerisce il silenzio. Però per quanto possa girarsi di lato e far finta di nulla, le Santanché, i Delmastro, e anche i La Russa, incidono sulla reputazione e sull’immagine di questa maggioranza e di questo governo. Pesantemente”. Ecco poi il commento sulla ministra Santanchè: “Per dignità dovrebbe dimettersi. Dopo la puntata di Report, mi pare evidente che non ha raccontato la verità fino in fondo al Parlamento. Se questo non dovesse succedere, voteremo a favore della mozione di sfiducia”.
Se possibile, sembrano addirittura incrementare le divisioni interne al Pd sulla presidenza Schlein, che viene reputata da una parte eccessivamente radicale, dall’altra eccessivamente accondiscendente. La Gribaudo, ancora una volta, pare avere le idee chiare: “Si tenta inevitabilmente di polarizzare. Schlein rappresenta una novità perché fa parte di una generazione che non viene da Ds o Margherita, è una nativa democratica, ha una naturale portata innovativa. La dirigenza del Pd era meno abituata perché ha un percorso diverso. Non credo sia né molle né massimalista. Molle non mi pare perché ha messo al centro battaglie da cui bisognava ripartire per strutturare un percorso veramente progressista, penso al salario minimo e a una tensione diversa al mondo che cambia. Lo fa non ponendo questioni che guardano al passato ma con un livello di contemporaneità a cui si dovrà abituare il Pd”.
La vicepresidente conclude, auspicando alla conclusione delle profonde spaccature interne al Partito Democratico, che sembrano convergere soltanto sul Elly Schlein: “Purtroppo è una prassi consolidata. Dovremmo imparare anche dai nostri avversari politici che le discussioni di merito vanno benissimo ma i personalismi non portano a nulla. Mi auguro che ci sia il buon senso e la responsabilità di capire che in una situazione come questa, con il governo più di destra dal dopoguerra a oggi, non serva alimentare una discussione surreale e incomprensibile. Chi si assume oggi la responsabilità di fare quello che fa non è in connessione con il nostro popolo che è stufo di questo dibattito incomprensibile. Chi si mette da quella parte oggi è un irresponsabile”.