Attraverso una delibera è stata concessa un’indennità ai capigruppo della Camera. In tre decidono di rifiutarla: ecco di chi si tratta
Una scelta che fa discutere e che ha già provocato reazioni politiche. Ai presidenti dei gruppi parlamentari di Montecitorio verrà corrisposta dalla Camera una indennità aggiuntiva pari a quella già erogata ai presidenti di commissione. Si tratta di un aumento pari a 2.226,92 euro lordi al mese, 1269,34 euro netti. Un aumento che verrà percepito anche dai presidenti delle componenti del gruppo Misto, ma ridotta alla metà. Lo ha deciso l’Ufficio di presidenza di Montecitorio con una delibera.
Per il 2023 l’indennità aggiuntiva sarà a carico dei bilanci dei singoli gruppi parlamentari. Dal 2024 l’indennità sarà erogata direttamente dalla Camera. Le risorse necessarie saranno prelevate dal contributo concesso ai gruppi parlamentari e quindi, viene spiegato, l’operazione è ad invarianza di spesa rispetto al bilancio complessivo di Montecitorio. In sostanza, dunque, non ci saranno spese aggiuntive. I vitalizi erano stati tagliati nel 2018. In quell’occasione il Parlamento decise di applicare anche ai parlamentari il sistema contributivo, basato sui contributi effettivamente versati, e non più quello retributivo basato sullo stipendio da senatori.
Nella delibera si legge che “l’aumento non comporterà incrementi di spesa, perché nella stessa delibera l’Ufficio di presidenza della Camera stabilisce che a decorrere dall’esercizio 2024 lo stanziamento del capitolo 1000, ‘Indennità dei deputati’, del bilancio della Camera, voce analitica ‘Indennità d’ufficio’, è incrementato di 267.230,40 euro annui. Alla copertura finanziaria dei predetti oneri si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del capitolo 1150, ‘Contributo ai Gruppi parlamentari’“. Inoltre, “in via transitoria, per il periodo dal 1 luglio al 31 dicembre 2023, i Gruppi, a valere sul proprio contributo a carico del bilancio della Camera per il corrente anno, corrispondono ai propri Presidenti e, con riferimento al Gruppo Misto, ai Presidenti delle componenti politiche, l’indennità prevista dalla delibera”, si legge ancora nel testo.
Fdi, Pd e 5Stelle rifiutano
Fratelli d’Italia, Pd e Movimento 5Stelle hanno deciso di rinunciare all’indennità. Il capogruppo alla Camera di Fdi Tommaso Foti ha dichiarato: “L’ufficio di Presidenza della Camera ha stabilito, senza alcun voto contrario, di attribuire ai capigruppo, un’indennità pari a quella percepita dai presidenti di Commissione, la più bassa tra quelle in vigore. Con una sostanziale differenza: quella riconosciuta ai capigruppo non comporta alcun aggravio di spesa al bilancio della Camera. Tuttavia, ritengo che sia giusto lasciare ai destinatari della misura la possibilità di rinunciare alla stessa, cosa che faccio senza difficoltà alcuna”.
Anche Chiara Braga, del Pd, ha deciso di rinunciare, così come il capogruppo dei 5Stelle Francesco Silvestri: “Io, Francesco Silvestri, in linea con la mia storia personale e quella del Movimento 5 Stelle, non mi avvarrò in alcun modo di questo aumento e farò in modo che le risorse, proprio come prima che questa delibera divenisse effettiva, vengano utilizzate per lo svolgimento delle nostre battaglie politiche”,