L’accordo sui diritti tv della Serie A trovato nel giugno del 2021 ha violato la concorrenza nel settore delle telecomunicazioni, sanzione di 7 milioni di euro per Dazn e di 750mila euro per Tim
L’Antitrust ha comunicato di aver chiuso l’istruttoria nei confronti di Tim e Dazn ree di aver concluso un accordo in violazione della concorrenza nel mercato relativamente alla commercializzazione dei diritti tv della Serie A del triennio 21/24. L’accordo ha prodotto effetti per circa un mese ed è stato frenato solo dall’avvio del procedimento da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM).
In attesa di scoprire chi otterrà i diritti tv della Serie A delle prossime stagioni l’Antitrust ha dunque comunicato di aver sanzionato in maniera piuttosto severa le due aziende operatrici nel mercato che nel 2021 aveva stretto un accordo in violazione delle regole della concorrenza. L’istruttoria durata più di due anni si è conclusa con la sanzione a carico delle due società parametrata ai ricavi ottenuti dalla commercializzazione dei diritti tv nel corso dell’ultimo triennio. All’istruttoria hanno partecipato ovviamente sia Tim che Dazn che evidentemente non sono riuscite a convincere l’Autorità della loro buona fede. Dazn è stata sanzionata per 7.240.250,84 euro mentre Tim per 760.776,82 euro.
Il caso scoppia nel 2021 quando Dazn, proprietaria dei diritti tv della Serie A per il triennio 21/24 stringe un accordo con Tim, accordo che impediva la commercializzazione con altre società concorrenti nel settore delle telecomunicazioni prevedendo in questo modo secondo l’Autorità una vera e propria esclusiva a favore di Tim. Accordo che in questo modo per l’AGCM avrebbe potuto “determinare effetti dannosi per le dinamiche competitive in atto nel settore delle tlc nei mercati dei servizi di connettività e della vendita al dettaglio dei servizi televisivi a pagamento“.
Tale accordo ha garantito a Tim la possibilità di “commercializzare un’offerta in bundle non replicabile dai suoi concorrenti, comprensiva dei contenuti di Timvision e di Dazn e del servizio di connettività”, spiega l’Agcm. Questa offerta era così realizzata in palese violazione della normativa sulla concorrenza considerato come fosse di fatto ”un’offerta suscettibile di sottrarre ai concorrenti di Tim, attivi nei mercati delle comunicazioni elettroniche, la possibilità di associare ai propri servizi di connettività contenuti di particolare pregio, come i diritti per la visione delle partite del campionato di serie A per il triennio 2021-2024, limitando la capacità di esercitare una pressione concorrenziale nei confronti della stessa Tim“.
Non solo, in più l’accordo conteneva clausole “idonee a limitare le opzioni commerciali di Dazn in relazione allo sviluppo di offerte di contenuti audiovisivi su altre piattaforme tecnologiche“. L’accordo come si accennava ha avuto vita breve essendo stato interrotto dall’intervento dell’Autorità avvenuto circa un mese dopo la sua stipula. In poche parole Tim si era assicurata non solo l’esclusiva rispetto ai suoi diretti concorrenti nel mercato di riferimento ma in più aveva limitato Dazn anche nella commercializzazione dei diritti nei confronti di altri partner agenti su altre piattaforme tecnologiche. L’accordo venne poi rimodulato fino alla stipula dello scorso 4 agosto 2022 eliminando ogni forma di esclusiva, cosicché “si è consentito a tutti gli operatori interessati, tra i quali Sky, di concludere partnership con Dazn e, quindi, di offrire in combinazione servizi di connettività e contenuti audiovisivi relativi al campionato di calcio di serie A“.