Il caldo opprimente, le temperature roventi, l’afa asfissiante. Come proteggere i nostri bambini? Come intervenire in caso di colpi di calore? Notizie.com lo ha chiesto alla specialista in pediatria Lucia Ruggeri
No, il caldo insopportabile continuerà anche nei prossimi giorni. Cerbero lascerà il posto al traghettatore delle anime dell’Inferno. Caronte ci guiderà verso l’afa asfissiante.
Le notti saranno bollenti, le giornate dominate dall’anticiclone. Sole, sole, sole e ancora sole e codice arancione, allerta dei servizi sanitari, città tante col bollino rosso. Insomma la seconda ondata di calore sarà come una morsa dalla quale ognuno tenterà di liberarsi. Sì, ma come? Fuggire appare come la soluzione più immediata e scontata. Possibilmente al mare, per immergersi nell’acqua. Meglio sarebbe la montagna, dove le temperature almeno alla sera si abbassano notevolmente e consentono un riposo migliore. E poi l’aria che si respira è decisamente meno pesante, e l’afa in vetta non si sa nemmeno che faccia abbia.
Ma per chi deve restare in città? Per chi ha bambini “costretti” a trascorrere buona parte delle vacanze scolastiche nei centri estivi assolati e affollati, come riuscire a combattere il caldo? Come prevenire i colpi di calore o semmai come affrontarli e curarli? Notizie.com lo ha chiesto alla specialista in pediatria Lucia Ruggeri.
Dottoressa, è un classico: genitori premurosi, a volte anche troppo ansiosi, che vogliono proteggere i propri figli dalla morsa dell’afa e del caldo. Come fare?
“Beh direi di partire col più “classico” dei consigli e delle raccomandazioni: uscire intanto, se possibile, solo nelle ore più fresche della giornata. prima di mezzogiorno e dopo le diciotto. Perchè in settimane come queste che stiamo affrontando, è facile che i bimbi si espongano a frequenti rialzi febbrili causati dalla eccessiva esposizione al sole o dalle temperature al di sopra della norma”
Sintomi ai quali fare subito attenzione?
“Oltre la febbre, mal di testa e disidratazione”.
Disidratazione sulla quale si può agire per tempo?
“Chiaramente bevendo molta acqua non gassata; eviterei per i bambini, ma estenderei il consiglio anche agli adulti, bevande zuccherine. Meglio ricorrere ad integratori salini, quelli che si usano di solito quando i nostri figli ad esempio sono alle prese con nausea e vomito. Ecco…le bevande troppo colorate proprio no, sono squilibrate. E poi mi faccia aggiungere, anche se non si è al mare, meglio indossare sempre un cappello, e proteggere la pelle con fattori solari alti o a schermo totale”.
Insomma, le creme si spalmano sul corpo anche in città e non solo sulla spiaggia. Ventilatore e aria condizionata? Si o No?
“Direì sì all’utilizzo corretto dell’aria condizionata, alla deumidificazione dell’aria. Al mantenimento della temperatura in casa intorno ai 28 gradi, soprattutto se i bambini fossero affetti da febbri infettive”.
Capita spesso che il gran caldo tolga appetito. Che alimentazione far seguire ai bimbi?
“Sì il caldo dà problemi alla digestione e può generare inappetenza. Quindi l’ideale sarebbe che i bambini mangiassero più frutta e verdura a meno proteine. Una bella macedonia colorata, un frullato fresco. Vanno un pochino invitati a questo modo di mangiare. Gelati sì, ma non troppi soprattutto se se i bimbi sono in sovrappeso. Magari a volte, alla sera il pasto potrebbe essere sostituito”.
I nostri figli al mare, sotto la sole, o in città, magari quando trascorrono molte ore nei centri estivi, sono esposti a colpi di calore. Quali rimedi usare in questi casi? Cosa devono fare le mamme e i papà?
“Reidratare; abbassare la febbre con antipiretici o ipobrufene. Bagni freschi a 32-33 gradi e soprattutto non abbassare la temperatura corporea velocemente. Potrebbe essere pericoloso. Sconsigliati i rimedi di un tempo. No ad impacchi e spugnature di acqua a alcool. Procedere con gradualità in sostanza”.
Quando è opportuno ricorrere ad una visita in pronto soccorso?
“Quando febbre e mal di testa non scompaiono con le medicine e permangono a lungo in maniera sospetta. Fino ad ora il 10 % dei casi di bimbi con febbri è stato dovuto a colpi di calore. In generale mi sento di dire, che ogni genitore ha la giusta sensibilità per capire quando arriva il momento di portare il proprio figlio in ospedale”