Monica Cirinnà ritorna a parlare in un’intervista al ‘Corriere della Sera’ e racconta come è cambiata la sua vita negli ultimi tempi.
Lunga intervista ai microfoni del Corriere della Sera per Monica Cirinnà. L’ex senatrice del Pd al quotidiano italiano racconta i cambiamenti che ci sono stati nella sua vita dopo essere rimasta fuori dal Parlamento nell’ultima tornata elettorale.
“La mia vita ora è in fattoria – svela la Cirinnà – da novembre mi sono trasferita in Toscana e qui ho spostato la mia residenza. Produco vino, olio, conserve, marmellate e pomodori. E’ un qualcosa che faccio ormai a oltre vent’anni. Se divento ristoratrice? Diciamo che abbiamo un luogo di degustazione dei nostri prodotti o di quelli vicini. Un buffet freddo per accompagnare un bicchiere di vino. Si assaggia quello che c’è. Con 13 ettari di vigneto produciamo 100mila bottiglie. Il mio compito è quello di occuparmi dell’orto. Al momento siamo in overbooking di zucchine. Faccio la parmigiana e la congelo. Ma seguo anche marmellate e passate di pomodoro“.
Cirinnà: “Parlamento? Ecco cosa mi manca”
L’ex senatrice del Pd in questa intervista ritorna anche sulla sua vita precedente e svela cosa le manca della politica: “Sicuramente la commissione Giustizia. Ci sono stata nove anni. Un ritorno al Pd? I dem stanno attraversando un momento non semplice. Io sono qui a disposizione perché dalle grandi passioni non si divorzia mai. Ma devo dire che sto bene e non mi piace di chi vive solo della poltrona“.
Ma non ci sono stati contatti al momento. “Qui non si è visto nessuno – svela la Cirinnà – neanche gli esponenti del Pd locale o quelli eletti in Toscana sono venuti. L’unica è la mia amica Alessandra Nardini. Purtroppo se esci dal giro e non hai un incarico nel partito, viene accantonato. Porta chiusa? Non è detto. La mia vita avanti lo stesso e venire qui mi ha fatto bene”.
Monica Cirinnà e il suo grande rimpianto
Intervista che porta Monica Cirinnà a svelare il suo grande rimpianto: “Non dimentico il colpo di mano di Ferragosto quando Letta rinnegò la decisione della direzione generale che mi voleva capolista con Zingaretti. In quel caso ognuno ha protetto i suoi e di notte, tra spinte e controspinte, mi ritrovai nel collegio perdente. Ma purtroppo quando non sei di nessuno, non hai nessuno“.