Maurizio Lupi, in esclusiva a Notizie.com, risponde alle critiche di Calenda rivolte a Salvini e parla del salario minimo: “Al Governo spetta creare le condizioni perchè il salario sia massimo”.
“Io non vedo un Salvini di lotta e di governo”, risponde così Maurizio Lupi in esclusiva ai nostri microfoni alle critiche di Carlo Calenda, leader di Azione, mosse nei confronti del vicepremier in quota lega sul tema pace fiscale.
E sul salario minimo, dopo l’odg della maggioranza di governo – depositato in Aula lo scorso venerdì – che rischia di affossare la poposta unitaria delle opposizioni, ecco cosa ci dice lo stesso Lupi.
Non la vogliamo far litigare con il vicepremier Matteo Salvini, però Carlo Calenda ha appena detto che le dichiarazioni del segretario del Carroccio sulla pace fiscale sono delle idiozie. Sostanzialmente il solito Salvini di lotta e di governo.
“Ma io non vedo un Salvini di lotta e di governo, ma in ogni caso vedo la strada che, insieme come maggioranza, da noi moderati fino a Forza Italia, abbiamo scelto. La priorità delle priorità è la riforma del fisco, per un fisco amico dei cittadini, delle famiglia e delle imprese; per un fisco più giusti dove tutti paghino le tasse, ma dove le tasse siano non inique e non siano pesanti. Io credo che questa sia la priorità, come è sempre stato nel nostro paese quando si è fatta una riforma fiscale. Oggi è questo lo sforzo che abbiamo davanti, poi discuteremo del resto. Ma il resto non esiste se prima non c’è una vera riforma del fisco”
A proposito del resto, domani è un’altra giornata dedicata al salario minimo. C’è stato un ordine del giorno presentato dalla maggioranza di governo. Su questo ovviamente le opposizioni si sono arrabbiate, per dirla con un eufemismo.
“Beh… si chiama democrazia parlamentare: le opposizioni sono all’opposizione perché i cittadini, nella loro maggioranza, hanno deciso che il governo fosse affidato al centrodestra e a Giorgia Meloni. Ne nostro programma è chiaro che la sfida sui salari non è quella del salario minimo, che è affidato alla contrattazione collettiva, ma è innanzitutto di aumentare fino in fondo i salari reali. Lo stiamo facendo con la riduzione del cuneo fiscale, lo dobbiamo fare permettendo alle imprese che vogliono dare un aumento ai loro dipendenti, che questo aumento sia a costo zero… insomma la strada è quella di aumentare i salari, non quella di un salario minimo”.
E’ una questione di forma o di sostanza? Perché è la prima volta che le opposizioni si compattano, ad eccezione di Italia Viva.
“E’ una questione di sostanza. Non mi pare che tutti la pensino come le opposizioni. Basta vedere all’interno dei sindacati: la CISL non la pensa come la CGIL o la UIL… Su questi temi chi ha la verità in tasca? Credo che nessuno di noi si possa arrogare di avere la verità in tasca. Ci si può invece arrogare la responsabilità di dire che i salari devono aumentare nel nostro paese. E questi devono essere, se ci sono dei salari ingiusti, affidati alla contrattazione collettiva e questa va rispettata. Non esiste che uno sia pagato 3 euro l’ora. Al governo non spetta stabilire un salario minimo, al governo spetta creare le condizioni perché il salario sia massimo e perché si ritorni a recuperare anche quello che i nostri dipendenti hanno avuto con un inflazione che, grazie a Diio, adesso sta rallentando”.