Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato, ha raccontato a la Repubblica la sua visione della questione climatica in Europa.
Sono ormai risaputi i sentimenti di scetticismo di Maurizio Gasparri nei confronti dell’emergenza climatica e, in un’intervista a la Repubblica, il senatore di Forza Italia ha ribadito le proprie idee.
Risale a quattro anni fa il suo convegno organizzato contro le presunte politiche speculative di Greta Thunberg, nel quale Gasparri affermava che le caratteristiche dell’emergenza climatica, non erano esattamente come quella descritte dalla celebre attivista svedese.
A quattro anno di distanza da quel convegno, Gasparri torna a parlare del clima e afferma: “Sono stato poco tempo fa in Giordania e c’era un caldo più che sopportabile. Battute a parte: penso che l’umanità abbia attraversato vari momenti, dove ci sono terre c’erano dei mari, sono accadute molte mutazioni. Non ce la possiamo cavare col fatalismo e va bene, ma sono contrario alle esagerazioni e poi credo occorra spalmare su una tempistica meno improvvisata la politica europea: il cambiamento va fatto ma la transizione da qui al 2035 non è fattibile”.
Dunque, Gasparri ha indirettamente accettato l’idea di un problema: “Si ma questo è un problema planetario, noi a livello europeo causiamo il 7 per cento dell’emissione dell’anidride carbonica del pianeta, quindi va affrontato il dossier Cina, India e il resto del pianeta. A me ad esempio ha colpito che Greta non sia andata a Pechino, dice che non prende l’aereo, allora vada in moto… Marco Polo con altri mezzi c’è andato secoli fa, perché lei no? Ha idea di come producono e di quanto inquinano?”.
Gasparri conclude, spiegando perché, quando si parla di scetticismo nei confronti del tema climatico, spesso ci si trova nelle file della destra: “Perché la destra è il realismo. La sinistra è l’illusione, l’utopia, l’idea che siamo tutti uguali anche se poi non è cosi. E anche tanta demagogia. Tempo fa in Rai a una trasmissione ho sentito che parlavano delle bonifiche del Duce, come se fosse stata una specie di devastazione ambientale di un ecosistema, e consideri che lì prima c’era la malaria: ora, se fra tutte le cose, dobbiamo contestare pure quella…”-