Le previsioni meteo non fanno ben sperare. Caldo e afa in attenuazione nel prossimo fine settimana, quando arriveranno forti e violenti temporali al nord della penisola, ma al centro-sud Caronte continuerà ad affliggere con la sua canicola i corpi, ma anche le menti.
Le conseguenze infatti delle temperature roventi sono numerose e pure pericolose. Le morti per il caldo sono un fattore oggettivo, come i disagi legati alla quotidianità di chi è “costretto” a restare nelle grandi città e non può fuggire per trovare refrigerio al mare e in montagna. Lo stress da caldo opprimente, insopportabile e insostenibile penetra nel cervello e può generare comportamenti a limite, soprattutto su chi soffre già di disagi o malattie psichiche?
Il caldo e la mente, quali gli effetti? A cosa fare attenzione? Quali sono i segnali di uno squilibrio psichico? Come intervenire e se possibile come prevenire? Lo abbiamo chiesto al noto psichiatra Alessandro Meluzzi, che in realtà va controcorrente rispetto alle teorie di molti scienziati, e in esclusiva a Notizie.com dice: “E’ l’informazione che fa male alla testa…vi dico il perchè”
Caldo e afa, le conseguenze sulla nostra psiche. Il professor Meluzzi a Notizie.com:”E’ l’informazione che fa male alla testa”
Professor Meluzzi, il caldo e l’afa che sopportiamo da giorni e che in buona parte dell’Italia e dell’Europa sta toccando picchi quasi inediti, rischia di far “impazzire le persone”? Insomma le temperature roventi hanno o no effetto sulla nostra psiche?
“Allora una cosa è il caldo, un’altra le malattie mentali. In estate ha sempre fatto caldo e in inverno ha sempre fatto freddo e quindi dico senza dubbi, che caldo e freddo non abbiano mai fatto male all’umanità”
Eppure ci sono studi in tale direzione, poi c’è la quotidianità vissuta da ognuno di noi. Sopportare questo caldo con temperature tanto alte, davvero non impatta sul nostro equilibrio?
“Le stagioni si alternano…anche se siamo soliti dire che le mezze stagioni non esistono più. Il corpo si abitua a questo normale avvicendamento. I ritmi di vita si adeguano alle giornate e alle alternanze di giorno e notte, di veglia e riposo. La differenza è data semmai da noi che siamo immersi in una società in cui sono le informazioni che riceviamo che fanno male alla testa”.
Eppure leggiamo di continuo articoli o studi che ci dicono altro…
“Stiamo parlando di artefatti, nessun effetto particolare sulla nostra psiche provocato dal caldo. Niente stressa da afa. Lei si è mai domandata come mai è stata “inventata” la pennichella in Italia o la siesta in Spagna? E come mai in Grecia nelle stagioni in cui le temperature sono più alte, le attività anche quelle commerciali si fermano nelle ore di maggiore caldo? Quindi per piacere sfatiamo una certa mitologia…Sono i ritmi imposti dalla sociologia a mandarci in tilt”.
Insisto, disagi mentali o malattie psichiatriche non subiscono se non un’impennata di casi, un aumento della gravità quando il corpo e il cervello sono messi a dura prova dal caldo?
“Tutto ciò non mi risulta. Ho diretto per decenni unità psichiatriche e questa realtà che ora lei mi descrive io non l’ho vista. Anche i malati più gravi sonnecchiavano nelle ore più calde. Lo ripeto…Recuperiamo normali e umani ritmi di vita. Parliamo di cortisolo e melatonina. Anche gli animali della savana quando le temperature al pomeriggio sono molto alte hanno una caduta del cortisolo e una risalita della melatonina”.
Professor Meluzzi, non in tutte le professioni, è possibile consentirsi di riposare al pomeriggio o comunque di osservare ritmi che si adeguino al meteo e all’afa…
“Ma questa è colpa dell’uomo e di una società che si basano sulla violenza psicologica e sulla falsificazione dell’informazione. Ciò che ascoltiamo in questi giorni sul caldo sono tutte fiere balle per creare un clima di allarme…Poi è chiaro, dipende sempre da che vita uno fa o si è scelto o è stato in grado di permettersi. Crede fosse meglio 50 anni fa quando i nostri nonni erano costretti a raccogliere pomodori sotto il sole cocente? O come fanno oggi anche molti immigrati…Io questo caldo estremo lo ricordo anche quando ero un bambino”.