Dopo le svariate dichiarazioni contro il guardasigilli Nordio, Maria Falcone si dice felice del dietrofront del governo sul reato di concorso esterno.
Il 19 Luglio del 1992 Paolo Borsellino viene assassinato e oggi, a 31 anni di distanza, la sorella di Giovanni Falcone si dice contenta del dietrofront fatto dal governo sulla cancellazione del reato di concorso esterno in associazione mafiosa.
Negli scorsi giorni, sia Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, che Maria Falcone, sorella di Giovanni, hanno più volte manifestato le proprie rimostranza nei confronti delle uscite del ministro della giustizia Carlo Nordio, che aveva definito superfluo il reato di concorso esterno, facendo passare il messaggio di volerlo smantellare. Nelle ultime ore, tuttavia, il governo sembra aver chiarito la posizione sulla questione e Maria Falcone pare esserne felice.
Maria Falcone ringrazia il governo
Da Carlo Nordio, passando per il sottosegretario Mantovano, e arrivando alla stessa premier Giorgia Meloni, il governo, negli ultimi giorni, è corso ai ripari sulla questione, cercando di recuperare dalle precedenti dichiarazioni di Nordio. “Mi sembra che il buon senso abbia prevalso dopo lo scivolone del ministro. Anche perché chiunque abbia un minimo di conoscenza del fenomeno mafioso non può che opporsi all’idea di toccare uno strumento che ha dato un contributo fondamentale alla lotta a Cosa nostra punendo connivenze che altrimenti sarebbero rimaste impunite. Mi ha fatto piacere che ci sia stata una presa di posizione netta, in particolare dalla presidente del Consiglio e dal sottosegretario AIfredo Mantovano. Tornare sui propri passi quando si fatto un errore è sempre un gesto apprezzabile”, ha commentato la sorella di Falcone durante un’intervista al Corriere della Sera.
Sulla conformazione del governo e dei suoi componenti, nell’ottica della lotta alla mafia, Falcone commenta: “Lo ripeto da 31 anni l’insegnamento di Giovanni: il rispetto delle istituzioni viene prima di tutto e le istituzioni sono una cosa e le persone che le rappresentano, peraltro legittimate dal voto popolare, sono un’altra. Perciò ritengo doverosa la presenza a Palermo delle massime autorità dello Stato. E poi forse sarebbe bene interrogarsi sulla qualità dei nostri rappresentanti prima di eleggerli”. Scontata la sua presenza alle cerimonie di commemorazione: “Andrò a San Domenico dov’è sepolto mio fratello, e dove la premier verrà a rendere omaggio. Se la presidente del consiglio decide di venire e onorare la memoria di Giovanni dimostra di considerare la lotta alla mafia una priorità ed è ovvio che io sarò li“.
Falcone prosegue: “Ovviamente non basta la presenza alla cerimonia ad attestare l’impegno della politica nel contrastare la criminalità organizzata. Quello che è indispensabile è tenere la barra dritta sulle questioni importanti. Penso ad esempio all’ergastolo ostativo, al carcere duro, allo stesso concorso esterno in associazione mafiosa: cioè a tutte quelle norme nate dall’esperienza e dalla competenza di Giovanni e di Paolo Borsellino. Norme per le quali entrambi hanno dovuto lottare. Chi conosce la mafia sa che sono strumenti irrinunciabili. Io, e come me tanti esponenti della società civile, vigileremo che si continui a considerarli dei capisaldi nella lotta alla mafia”.