Non solo il commento alle tematiche sulla giustizia e sulla riforma Nordio ma anche l’annuncio della discesa in campo per le elezioni politiche europee del 2024
Un Palamara senza freni quello che parla oggi tramite le pagine del Tempo in edicola. Il tema caldo non può che essere quello della riforma della giustizia a firma del guardasigilli Nordio osteggiata dall’opposizione e da una parte della magistratura, quei magistrati che secondo l’ex magistrato vengono usati dalla sinistra per bloccare il disegno di legge. Poi l’attacco a Giancarlo Caselli, ex pm, in riferimento al cosiddetto caso del processo Borsellino. Infine l’annuncio del suo probabile ingresso in politica nelle elezioni europee del prossimo anno.
Sono tanti i temi della riforma Nordio che fanno discutere, ma le due questioni che sembrano stare più a cuore all’opposizione sono il concorso esterno in associazione mafiosa e la separazione delle carriere tra magistratura inquirente e magistratura giudicante. Cosa ne pensa della norma sul concorso esterno, è da rivedere secondo lei? “Una premessa si rende necessaria in questo caso, ossia che l’impegno da tenere per affrontare e combattere la mafia deve essere sempre alto e non si può mai abbassare l’attenzione; deve essere un’obbiettivo di qualsiasi maggioranza al Governo. Detto questo bisogna lasciare da parte l’ipocrisia e dire che si tratta di un tema da sempre discusso in dottrina e in giurisprudenza così come ha ben detto il ministro Nordio. Il problema di questo reato è di aver rischiato di portare dentro i processi persone che non erano inserite davvero in quei contesti, questo è il tema da discutere“.
Accanimento giudiziario e vicende che ancor oggi rimangono nell’ombra: le due facce della magistratura
Più in generale pensa che la riforma Nordio abbia possibilità di arrivare in porto? “La sensazione che ho da spettatore è che in questa occasione non ci sia voglia di fare un passo indietro. La cosa certa è che questa riforma dovrà avere un’influenza anche sul rapporto tra politica e magistratura, cosa che la Cartabia non ha fatto“.
Sulle dichiarazioni di Marina Berlusconi che ha detto che suo padre viene perseguitato anche dopo la morte riferendosi alle inchieste della procura di Firenze sulle stragi del ’93-’94? “Questa storia è complessa. Sono state svolte ripetutamente indagini a riguardo e io mi chiedo se sia giusto continuare o se debba esserci un limite ad un certo punto. Da un lato c’è la doverosa ricerca della verità ma dall’altro ci sono le regole e i paletti imposti dal codice di procedura penale, quindi penso che la domanda che si ponga qualcuno riguardo a cosa ci sia dietro tutto questo sia legittima“. Oggi si ricorda la strage di via D’Amelio dove perse la vita Paolo Borsellino e la sua scorta. L’ex pm Caselli ha detto che va ricordata per il clamoroso depistaggio che impedì un regolare processo. “Caselli fa riferimento al depistaggio di Scarantino. Penso che su questo tema vada dato ascolto più che mai alla famiglia Borsellino che ancora oggi vorrebbe capire perchè sia accaduto tutto questo e il ruolo che ebbe la magistratura nella vicenda. Ecco da Caselli mi aspetterei un po’ di coraggio per contribuire a far accendere i riflettori su cosa avvenne all’interno della magistratura“.
Sul rapporto tra politica e magistratura
Lei ha più volte sostenuto che quello che non è sinistra al governo viene attaccato. “Mi sembra di rivivere la stessa storia del 2008-2011. Sempre gli stessi protagonisti con qualche new entry, soliti organi di informazione, soliti giornalisti e soliti magistrati che rilasciano interviste, ovviamente appartenenti a specifiche aree giudiziarie. Oggi abbiamo addirittura giornalisti che si trasformano in giuristi richiamando convenzioni internazionali e ammonendo il ministro Nordio, uno che nella vita ha fatto il magistrato, penso che così sia un po’ troppo“. E lei cosa farà, la vedremo in campo per le europee? “Diciamo che al momento è più un sì che un no“.