Il premier Meloni in una lettera al ‘Corriere della Sera’ ricorda Paolo Borsellino e spiega il perché della sua assenza alla fiaccolata.
Nel giorno del 31esimo anniversario della morte di Paolo Borsellino, il premer Meloni invia una lettera al Corriere della Sera per ricordare il giudice e anche per mettere fine alle polemiche di queste ultime ore per la sua assenza alla fiaccolata per omaggiare uno dei punti di riferimento del nostro Stato.
“Sono molto orgogliosa di quanto fatto da questo governo per affrontare il cancro mafioso a testa alta – ha scritto il presidente del Consiglio in questa lettera- sono i fatti a dimostrarlo. Abbiamo messo in sicurezza presidi fondamentali e se i boss mafiosi del calibro d Matteo Messina Denaro sono detenuti al 41 bis è merito proprio di questo impegno. Abbiamo sbloccato le assunzioni nelle forze dell’ordine, siamo schierati al fianco di magistrati e di chi ogni giorno sul nostro territorio conduce questa lotta“.
“C’è ancora molto fare”
Il premier in questa lettera ha anche ribadito “che c’è molto da fare, ma il nostro impegno non si esaurirà mai. Questo perché la lotta alla mafia è un pezzo della nostra identità, fa parte di noi. E’ la questione morale che orienta la nostra azione ogni giorno“.
“Tutto questo lo dobbiamo a Paolo Borsellino – ha precisato anche Giorgia Meloni – e a tutti coloro che hanno sacrificato la loro vita per giustizia redendo onore al nostro Paese“.
“Ecco perché non sarò alla fiaccolata”
Il presidente del Consiglio ha messo fine anche alle polemiche per la sua assenza alla fiaccolata: “E’ stucchevole il tentativo di strumentalizzare la mia impossibilità, dovuta ad altri impegni, a partecipare alla consueta fiaccolata organizzata a Palermo e alla quale ho sempre preso parte con orgoglio“.
“Ricordo ancora oggi – ha aggiunto il premier – il profondo rifiuto della mafia che da ragazza prova di fronte alle immagini della strage di via D’Amelio. Da quel giorno nacque il mio impegno politico che mi ha portato ad essere presidente del Consiglio“.